Per Stanislas non è solo un'immagine perché un paio di stivali magici lo ridurranno presto alle dimensioni di un pollice. Scoprirà poi gli svantaggi, ma anche i vantaggi, di questa nuova condizione. E scoprire che, in definitiva, il valore di un essere umano, qualunque esso sia, dipende innanzitutto dalle sue azioni, e non dalla sua dimensione, anche se microscopica.
Il necessario passo da parte
“Senza rivelare nulla sulla fine, ha un destino sacrificale, riguardano Zanzim. E questo rispecchia un po' l'idea che ho del “grande uomo”: non è colui che si mette in luce, o agisce in modo da farsi notare, ma colui che compie piccoli atti senza riportarla indietro, senza anche prestando attenzione.”
Come al solito, l'autore francese usa la narrazione per raggiungere questo obiettivo, facendo fare ai suoi personaggi un passo laterale che li spinge nella fantasia: “E quando sei piccolo, vedi le cose in modo molto diverso rispetto a quando sei grande. La tua visione del mondo inevitabilmente cambia“, confida chi ricorda di aver sofferto un po' anche per la sua stazza: “Al liceo non ero molto alto, sono cresciuto tardi. Mi è valso il ridicolo. E ovviamente le ragazze che mi piacevano di più erano quelle più alte. Mi sono ispirato un po’ a questi sentimenti per costruire StanislaS.”
Tanto che questo Piccolo grande uomo si comporta necessariamente un po' come “terapia dolce” per il giovane cinquantenne (52 anni). Un'odissea microscopica durante la quale, come Zanzim ai suoi tempi, Stanislas imparerà a scoprire le donne in modo diverso, con i loro lati buoni e quelli meno buoni: “Non tutti hanno il ruolo giusto, conferma l'autore francese. A volte hanno un lato stronzo. Ed è vero che corrisponde anche all’immagine che ho da tempo delle donne. E poi, ho i miei figli, due femmine, e lì sono caduto dall'alto: ho visto che anche a loro piaceva litigare, e non avevano nulla da invidiare ai ragazzi di molte zone.”
Feticista della formica
Amante delle donne, soprattutto delle sue, “una femminista“, Anche Zanzim è degli anni '60, in cui l'azione di questo Piccolo grande uomo per cui ammette di essersi ispirato ai film di Truffaut (Stanislas assomiglia ad Antoine Doinel), Dustin Hoffman di Tootsie e, naturalmente, L'uomo che rimpiccioliscequesto film cult del 1957 in cui Grant Williams si rimpiccioliva quasi visibilmente, al punto da trovarsi ben presto faccia a faccia con i ragni che erano diventati i suoi predatori: “Ho sempre amato questo periodo, è una forma di nostalgia. Ad esempio, a casa, l'arredamento è un bar anni '60, formica, mobili scandinavi. Mi sono bloccato lì, non so perché: trovo molto più classy tutto ciò che è legato a quell'epoca, a cominciare dalle automobili..”
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