Ernest Miller-Hemingway: Il vecchio e il mare
E’ un libro eccezionale, una meraviglia. Se non l’avete ancora letto, il mio consiglio: affrettatevi! Se l’hai letto molto tempo fa, non esitare: rileggilo.
È la storia della lotta di un uomo contro un pesce, ma anche di un uomo contro se stesso, contro il destino, contro la sua età, contro il suo corpo. Allora la lotta cambierà corso. L’uomo combatterà per difendere l’onore del suo pesce, che ha combattuto così bene. Questo pesce non è più denaro potenziale: è una creatura degna, alla quale si deve rispetto.
Naguib Mahfouz: Il ladro e i cani
Romanzo breve, come una tragedia greca, dall’esito inevitabile.
Saïd Mahrane, presunto ladro, lascia la prigione. È stato tradito, a quanto sappiamo, da Aliche Sedra. Questo prese il suo posto, il suo posto, sua moglie e sua figlia. Saïd Mahrane ovviamente ha una sola idea in mente: la vendetta. La scena è ambientata fin dall’inizio del romanzo e il resto sarà solo il lungo sviluppo del “come” piuttosto che del “perché”. Un po’ come una tragedia greca. Il destino è scritto, la sfortuna è pianificata e non ci sarà alcun miracolo.
Vladimir Nabokov: Lolita
Lolita avrà fatto scorrere molto inchiostro. Pro o contro ma per parlare di una delle maggiori opere del XX secolo. E allo stesso tempo, una storia d’amore.
Humbert Humbert sta cercando un angolo tranquillo per scrivere il suo libro. Arriva a casa di Madame Haze, che vuole affittargli una stanza, ma ben presto lei lo infastidisce con le sue chiacchiere. Sta per lasciare il posto, quando il suo sguardo cade su Dolores, la figlia di casa.
Per poter stare vicino alla figlia, Humbert sposa la madre. È un po’ un inferno per lui, ma l’inferno non durerà. Un giorno, Madame Haze, ora Madame Humbert, si imbatte nel diario del marito, custode del suo indicibile amore per la giovane Lolita. Questa scoperta la ucciderà, ma aprirà a Humbert le porte di un paradiso dal sapore di zolfo.
Quindi inizia una vita oscura di lussuria per Humbert e Lolita. Amori colpevoli? Perversità? Chi è il responsabile ?
Al di là del racconto c’è l’autore, la scrittura sontuosa di un virtuoso. Frasi così belle che le copiamo e le mangiamo con gli occhi, poi con il cuore e poi con l’anima. Parole così forti da commuovere dentro, e poi frasi mozzafiato.
In breve, questo è un libro da non perdere.
William Faulkner: Il suono e la furia
Questo libro è fuori dai sentieri battuti! Altra scrittura, altra modalità espressiva! Un monumento della letteratura americana e mondiale!
Scritto nel 1929, questo libro richiede un’attenzione costante, altrimenti vi ritroverete lontani dall’argomento trattato, persi in un oceano di parole che hanno perso il loro significato.
Faulkner, in questo libro, avanza costantemente per piccoli passi successivi. È come se stesse costruendo una vasta rete di cui solo l’ultimo punto ci permetterà di carpirne il segreto. Nessuno fornisce la soluzione, è il tutto a fornirla. Alcuni criticano i libri di Faulkner per l’eccessiva costruzione, ma bisogna ammettere che la sua padronanza della scrittura è totale!…
Un capolavoro enorme! Un libro da leggere assolutamente e con grande attenzione. Ma quante delizie ci dà in cambio!
Georges Simenon: L’uomo che guardava passare i treni
L’uomo che guardava passare i treni è un romanzo incentrato sul personaggio di Kees Popinga, che sembra riassumere tutto nel titolo: “Una certa emozione furtiva, quasi vergognosa, che lo turbava quando vedeva passare un treno, un treno notturno soprattutto, con le tendine abbassate sul mistero dei viaggiatori. “Se preferiva i treni notturni era perché ci vedeva qualcosa di strano, quasi di malvagio…”.
Una persona pazza? Un amnesico? Uno vizioso? Un paranoico? Un dilettante? Chi saprà “la verità sul caso Kees Popinga”? C’è qualche verità? Ciò che rende grande questo libro è l’erranza solitaria di un uomo che un minuscolo intoppo spinge ad “andare fino al limite di se stesso” in un “progressivo restringimento del campo delle manovre, della vita” (secondo l’espressione di Gide) che lo porta verso la nudità, verso l’annientamento, verso le lacrime…
“Per quarant’anni mi sono annoiato. Per quarant’anni ho guardato la vita come un bambino povero che ha il naso premuto contro la vetrina di una pasticceria e guarda gli altri mangiare le torte. Adesso so che le torte appartengono a chi si prende la briga di prenderle.
Ray Douglas Bradbury: Fahrenheit 451
Il libro, simbolo della cultura. 451 gradi Fahrenheit è la temperatura alla quale un libro prende fuoco. In una società futura in cui la lettura, fonte di interrogativi e riflessioni, è considerata un atto antisociale, uno speciale corpo di vigili del fuoco ha il compito di bruciare tutti i libri il cui possesso è vietato per il bene collettivo. Montag, uno di loro, si oppone gradualmente a questa idea di bruciare i libri, di distruggere l’accesso alla cultura. Viene quindi considerato pericoloso e braccato senza pietà. È un grande classico della letteratura fantascientifica che spinge il lettore a una riflessione importante sulla libertà di espressione, sugli eccessi autoritari della nostra società, sull’indottrinamento (soprattutto televisivo), sul conformismo.
Assolutamente da scoprire, anche per chi non ama la fantascienza.
Isabel Allende: Paolo
Una patetica lotta contro la morte. Questo testo è il libro più bello di Isabel Allende, perché come diceva la poetessa, le canzoni più disperate sono le canzoni più belle.
Nel 1991 Paula, la figlia di Isabel Allende, cadde in coma profondo, il cui esito fu fatale. Per mantenerla in vita, Isabel le parla, le racconta tutto ciò che può tenerla nel mondo dei vivi: il passato, il presente e il futuro si mescolano in un lungo e patetico monologo. Si intrecciano la sua vita, quella dei suoi avi, ricordi d’infanzia, momenti felici, periodi di stenti, primi successi letterari, tragedie.
Il rovesciamento di Salvador Allende, la morte di Pablo Neruda, l’assassinio di Victor Jara, l’instaurazione della dittatura di Pinochet sono raccontati da un testimone di spicco. Ma Isabel finisce per capire che gli sforzi che fa per tenere Paula accanto a sé sono inutili e impediscono a sua figlia di raggiungere l’altra parte. Così, in un gesto supremo di amore materno, decide di lasciare andare la figlia, che finalmente esala l’ultimo respiro. Può finalmente dire: “Addio, Paula, donna. Benvenuta Paula, spirito”.
Gabriel Garcia Márquez: Cento anni di solitudine
Un capolavoro. Se non hai letto questo libro, significa che non hai letto uno dei migliori libri pubblicati negli ultimi cinquant’anni. La storia è semplice: la vita di un villaggio sperduto nel Sud America per un secolo. Su questa semplice trama, Marquez ha scritto un libro favoloso, magico, avvincente…
Gabriel Garcia Márquez descrive la nascita di questo villaggio, la vita delle diverse generazioni con straordinaria grazia e forza romantica.
In questo romanzo realistico, l’autore infonde piccoli tocchi di fantasia, sogno e quindi grande poesia.
Uno dei libri che dovete aver letto e riletto almeno una volta nella vita.
Milan Kundera: l’insostenibile leggerezza dell’essere
Dovete leggere questo libro, lasciarvi trasportare dalla sua poesia e dal suo messaggio. Un libro dal quale non si esce più uguali a prima. Un libro che si distingue! È un romanzo, certo, ma è altrettanto un saggio.
La storia di Tereza e Tomas, una storia d’amore vissuta sullo sfondo della Primavera di Praga e dell’invasione della Repubblica Ceca da parte della Russia. Due primi capitoli di magnifica bellezza, uno vissuto negli occhi di Tomas, l’altro in quelli di Tereza. Anche la storia di Sabina e Franz. Destini incrociati e tra tutti questi esseri una profonda dicotomia tra pesantezza e leggerezza perché è qui che questo romanzo è forte. Questo perché attraverso una scrittura poetica e bella, lo scrittore ceco riesce a impegnarsi in una riflessione filosofica.
Tuttavia è difficile riassumere un’opera del genere perché ognuno ne trarrà ciò che vorrà trovarne.
Margherita Duras: L’amante
Il miglior libro della grande Marguerite Duras. “L’Amante”, dalla scrittura favolosa e tagliente. L’amante, in movimento. L’amante, il capolavoro. La storia tra Duras e questo vietnamita è bella e pura. Un libro breve, ma “più breve è, meglio è”. La Duras, che di solito era piuttosto megalomane, aveva detto dell’Amante che era “un romanzo stazione”, dimostrando che, al contrario, era al vertice della sua arte.
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