Noi, firmatari di questa petizione, denunciamo con forza la censura dell’album Spirou e la Gorgone Bluopera ritirata dalla vendita il 1° novembre dal suo stesso editore, Éditions Dupuis, a seguito di una polemica scatenata sui social network.
Questo album, creato da due rinomati autori, Dany e Yann, affronta con umorismo gli eccessi dell’industria alimentare e i pericoli del cibo spazzatura.
Per fare questo, gli autori utilizzano la caricatura e il secondo grado per sensibilizzare i giovani lettori su questioni civiche che raramente vengono affrontate altrove.
Tuttavia, una critica veloce e infondata sui social network, basato sulla lettura superficiale di una manciata di persone, ha portato a il frettoloso ritiro dell’opera.
La censura di questo album è tanto più scioccante in quanto si tratta di un’opera caricaturale volta a illustrare i difetti della nostra società, irridendo gli stereotipi senza mai avallarli.
La caricatura è una tradizione artistica essenziale, uno strumento di critica sociale che ne esagera i tratti per denunciare meglio i difetti della nostra società.
In questo album, gli autori si prendono gioco sia dell’industria agroalimentare che dell’autocompiacimento dei media, utilizzando creazioni satiriche, come la USS Obama o il “cattivo” Simon Santo (un cenno alla Monsanto). Non è né offensivo né razzista, ma un lavoro impegnato contro il cibo spazzatura e la manipolazione mediatica.
Impedirne la diffusione significa imbavagliare una forma di espressione artistica e umoristica, riducendo così il diritto alla satira.
È, inoltre, ignorando il diritto di ciascun lettore di formarsi la propria opinione e ignorando la propria capacità di discernimentoin particolare per quanto riguarda l’utilizzo del secondo grado.
È preoccupante che il destino di un’opera possa essere determinato da una reazione impulsiva su un social network.
Chi sta dietro a questa polemica non ha capito il livello di lettura e le intenzioni umoristiche dell’album.
Cedere a tali pressioni significa aprire la porta alla censura basata sull’incomprensione e sulla semplificazione delle opere letterarie e artistiche.
Ci rifiutiamo di accettare che le opere vengano così sacrificate per soddisfare le richieste di un segmento minoritario dell’opinione pubblica, che giudica senza contesto o comprensione.
Che tutti esprimano la propria opinione su questo lavoro è normale e necessario.
Che basti una sola opinione per censurare un libro da un giorno all’altro è grave e irresponsabile.
Censurare un libro sulla base del fatto che ad alcune persone non piace, senza una piena comprensione del suo contenuto e delle sue intenzioni, costituisce un grave atto di regressione per la libertà di espressione.
Questo libro, che non suscitava polemiche prima di questa campagna sui social media, costituisce oggi un lampante esempio di autocensura, avvicinandoci a pratiche preoccupanti osservate altrove che mirano a “purificare” la cultura.
La storia ce lo ha insegnato la censura dei libri precede sempre misure più radicali verso la libertà di espressione e di opinionecome il auto dafé.
Non devi cercare molto lontano per trovare tali “cerimonie di purificazione”: nel 2019, più di 5.000 libri per bambini, tra cui gli album di Tintin, Asterix e Lucky Luke, sono stati bruciati sull’altare dell’“inclusività”. (1)
Censurando quest’opera, l’editore cede quindi alle pressioni di alcuni attivisti isolati, portandone una lettura semplicistica, moralizzante e faccia a faccia.
Soprattutto, impedisce il dibattito pubblico e rafforza una preoccupante tendenza alla soppressione di opere che non piacciono a una minoranza vocale.
Chiediamo quindi alle edizioni Dupuis:
- Per rimettere in vendita l’album Spirou et la Gorgone bleue e per difendere la libertà di espressione artistica.
- Riconoscere il diritto degli autori a esplorare, criticare e sensibilizzare attraverso la caricatura e l’umorismo.
Per la libertà di espressione, per la difesa del nostro patrimonio culturale e contro ogni forma di censura, firma questa petizione per la riabilitazione di Spirou e della Gorgone Blu!
Per favore condividi questa petizione!
Alexis Lemarchand
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All’attenzione dei signori Julien Papelier, presidente delle Editions Dupuis, e Stéphane Beaujean, direttore editoriale delle Editions Dupuis
Signori,
La tua decisione di censurare l’album Spirou e la Gorgone Bludiretto da Dany e Yann, ha causato profonda delusione.
Quel che è peggio, è un segnale disastroso inviato a tutti i lettori europei preoccupati per la libertà di espressione, lo sottolineo, nel rispetto dei diritti e dei doveri di ogni persona.
Questo album, lungi dall’essere un’opera di propaganda o di cattivo gusto, affronta la questione cruciale del cibo spazzatura, dell’inquinamento e dei danni dell’industria alimentare, un argomento che riguarda tutti noi.
In un’epoca in cui la libertà di pensiero e di espressione sembra sempre più minata con il pretesto della rettitudine, siamo sgomenti che un’opera venga così ritirata dalla vendita e, in breve, censurata e condannata a morte dimenticata per aver scontentato una minoranza sui social network.
La decisione di rimuovere l’album è tanto più deplorevole in quanto sembra rispondere più alla pressione una tantum di una manciata di influencer su TikTok che a una valutazione seria e ponderata.
Cedere alle pressioni di pochi influencer non dovrebbe dettare il destino di un’opera, soprattutto quando si tratta di creatori emblematici del panorama culturale franco-belga ed europeo.
Ti invitiamo a riconsiderare questa decisione e a consentire ai lettori di sperimentare questo album da soli.
Spirou, figura storica della vostra casa editrice e, non solo, del fumetto, merita che sia preservata la sua eredità e la sua libertà di espressione.
Contiamo sul vostro impegno per la libertà artistica, la fiducia nel discernimento dei lettori e la diversità delle opinioni, per rimettere in circolazione Spirou et la Gorgone bleue, un album che merita di essere giudicato dai suoi lettori, e non da le fluttuazioni effimere dei social network.
Vogliate accettare, Signori Papelier e Beaujean, l’espressione dei miei distinti saluti
Alexis Lemarchand
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