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Michel Bussi coglie il passato oscuro delle Antille – Libération

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In “Gli assassini dell’alba”, il prolifico autore di Rouen ci porta in Guadalupa dove gli omicidi rituali riportano alle ore più buie dell’isola.

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“Jacob ha individuato il pescatore! Si snoda qualche metro davanti a lui, con l’arpione in mano, gli fa un piccolo cenno con il braccio e poi si allontana. […] Cosa spera di infilzare questo pescatore nella laguna? Uno spiedino di pesce pagliaccio? Pensa di trovarsi faccia a faccia con un marlin o una cernia in acque così basse? Jacob sente improvvisamente una presenza alle sue spalle. Si volta più velocemente che può ma, stranamente, già capisce. La cernia è lui”. Il corpo dell’uomo d’affari fu ritrovato poche ore dopo durante le “marce degli schiavi” a Petit-Canal; cinquantaquattro gradini di pietra che conducevano alla spianata dove venivano venduti i prigionieri al loro arrivo in Guadalupa. Su ciascuno di essi, targhe ricordano i nomi delle etnie africane strappate al loro continente: Congos, Yorubas, Ibos, Ouolofs, Peuls, Bamilékés… Dettaglio insolito, nell’elastico del costume da bagno del morto, era nascosta una piccola scatola di cartone insanguinata. inserito con, appunto, il nome di uno di questi sfortunati che morì nel 1663 nella prigione del Petit-Canal.

Crimini rituali

Inizia così un’indagine vertiginosa per il comandante Valeric Kancel, un guadalupano recentemente tornato a casa dopo una carriera nella Francia continentale. Perché la morte dell’imprenditore è stata “annunciata” in diretta da un anziano dell’isola, a «quimboiseur»stregone incantatore delle Indie occidentali, soprannominato l’Occhio Nero a causa delle sue visioni e predizioni macabre. Stregoneria o manipolazione e complicità con il fiociniere omicida? La polizia si allontana mentre a questo primo delitto seguono rapidamente altri due, commessi sempre all’alba, e accompagnati dalle stesse macabre scene legate al passato schiavista delle Antille. Le tre vittime non si conoscevano e non avevano nulla a che fare l’una con l’altra… Il nesso e le motivazioni dell’assassino potrebbero essere ricercate altrove?

Michel Bussi è geografo di formazione, ha insegnato a lungo all’Università di Rouen, e non ha dimenticato nulla della sua prima professione. In Il mio cuore si è commosso, che abbiamo raccontato ad inizio anno, abbiamo seguito la vendetta di una ragazzina, dai 7 ai 24 anni, nella cittadina normanna descritta con precisione. Questa volta, cambio di scenario ma stesso talento per far rivivere i luoghi cantanti e colorati di Basse-Terre, Saintes, Petit-Bourg o Baie-Mahault. È quindi in Guadalupa che ci porta gli Assassini dell’Albaattraverso le avventure dei suoi tre personaggi principali: il pragmatico comandante Kancel, la sua assistente Marjolaine, una single in cerca di amore, e Amiel Ouassou, un agente di polizia omosessuale alle prese con disperati pregiudizi omofobici. Tre personalità, solide e unite, che avranno il loro bel da fare per tenere il timone nel cuore dell’uragano innescato da crimini rituali.

Con il valore aggiunto – uno dei marchi di fabbrica di Michel Bussi – nei capitoli finali, una serie di colpi di scena che terranno i lettori di questi misteriosi Assassini dell’alba.

Gli Assassini dell’Albadi Michel Bussi, Presses de la Cité, 408 pp., 22,90 euro.

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