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Julia Deck, salvatrice come madre – Libération

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Narrativa

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Il quaderno dei Livres de Libéfascicolo

In “Ann from England”, la scrittrice segue l’infanzia e la vita di sua madre britannica, colpita da un ictus all’età di 84 anni.

Un editore, uno scrittore, un lettore lo sa: il modo in cui inizia un libro è importante. Il romanzo autobiografico di Julia Deck inizia molto bene, con queste parole: “Ci pensiamo o non ci pensiamo”. La frase ha un’aria di “Ci penso e poi dimentico”. Eppure la cosa è seria: ciò a cui pensiamo o no è la vecchiaia dei nostri genitori e la loro discesa verso la morte. Sarà fulmineo o lento? Eviteranno? “il peggiore incubo dell’immaginazione popolare, diventare una pianta, una pianta cosciente del suo stato, una pianta pensante” ? Fedele alla sobrietà e all’ironia che ha dimostrato con talento fin dal suo primo romanzo, Viviane Elisabeth Fauville (Minuit, 2012), Julia Deck non drammatizza, senza aggiungere malizia o umorismo, nero o no. Anna d’Inghilterra è attraversato da queste qualità.

Il libro ha due temporalità. La prima è l’ambientazione degli ultimi giorni della madre dell’autore che, all’età di 84 anni, nel 2019, è stata colpita da un ictus in casa. È rimasta sola a terra per ventotto ore prima che arrivassero i soccorsi e la figlia. Essendo i genitori dell’autrice divorziati, essendo lei (in teoria) figlia unica, è lei l’unica ad accompagnare la madre da un ospedale all’altro, in reparti più o meno accoglienti. Questo dura mesi, mentre il pr

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