romano
Un’immersione accattivante e realistica nella vita quotidiana di una famosa famiglia di Gaza, i Mujahed. Negli anni 2000, il territorio era spesso isolato: il commercio e i viaggi non potevano aver luogo e i raccolti marcivano sul posto. E piovono missili. Rashid, che lavora per il Centro di documentazione sui diritti umani, è felicissimo: ha ricevuto una borsa di studio per studiare a Londra. Anche Sabri, il maggiore, che ha perso la moglie, la figlioletta e le gambe in un attentato con un’autobomba, passa il suo tempo a documentare la storia. Iman, la loro sorella, sconvolta dalla morte di uno dei suoi studenti in ospedale, si lascia avvicinare da una donna energica e islamista. Così Selma Dabbagh, ex avvocato per i diritti umani nata in Scozia da padre palestinese e madre inglese, descrive senza pathos e senza fronzoli la vita quotidiana a Gaza, la lotta all’ultimo sangue tra l’Autorità Palestinese e gli islamisti, come la vita dei palestinesi diaspora, sia che vivano in Inghilterra o nel Golfo. Un romanzo incisivo che non manca né di analisi né di umorismo.
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