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Andrés Barba, “L’ultimo giorno della vita precedente” (Christian Bourgois)

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Casa da (non) vendere. A prima vista capisce perché la casa è considerata invendibile. Troppo grande, poco pratico, una facciata appiattita e una luce quasi inesistente: poche possibilità che gli acquirenti si precipitino al cancello. Ma poiché lei è uno dei suoi elementi migliori, il capo dell’agenzia immobiliare incaricata della vendita gli affida la pratica. Ai difetti della casa si aggiunge la presenza spettrale di un bambino, che incontra tra due visite. Il bambino ha 7 anni e indossa un’uniforme scolastica marrone. Più curioso che minaccioso, presto esercita su questa donna che non ha mai voluto mettere su famiglia una strana attrazione che la spinge a scoraggiare ogni potenziale acquirente. Da invendibile la casa diventa un bene che non vuole più vendere. Da un fabbro si è fatta fare un duplicato delle chiavi, il che ha fatto la sua esperienza “la vertigine di tenere in mano qualcosa che è stato pensato solo per essere nascosto”. La casa diventa il suo giardino segreto, che non condivide né con il padre né con l’uomo con cui vive. Un giardino pietrificato tra due epoche, quella dei vivi e quella dei defunti, un luogo fuori dal tempo dove i genitori e il fratello del bambino ripetono all’infinito il gesto che avevano abbozzato nel momento in cui tutto era congelato. “In quel momento capisce: il bambino non è un fantasma, è semplicemente un bambino, prigioniero e vivo, come una vespa in una caraffa di vetro. »

Al centro della trama, come la seconda parte rivela in alcune scene che invitano alla rilettura della prima in quanto le parole possono nascondere indizi su quanto accaduto in questa casa, c’è la madre del bambino, che vediamo nuotare da un’estremità da una piscina all’altra senza mai alzare la testa fuori dall’acqua – e non è così che percepiva la sua vita familiare?

Maestro nell’arte di creare confusione con un gioco di parole, Andrés Barba disegna, romanzo dopo romanzo, un’opera impegnativa e discretamente iconoclasta, che ci invita soprattutto a guardare con occhi diversi questa cosiddetta età dell’oro dell’infanzia, in realtà terreno fertile per traumi alienanti dell’età adulta. Tra storie di fantasmi ed esplorazione di “profondità di affetto”come scrive a proposito di questo libro l’autrice argentina Mariana Enríquez, L’ultimo giorno della vita precedente si legge come una favola introspettiva che mette in discussione i legami a volte ambigui che ci legano ai nostri cari.

Andrés Barba
L’ultimo giorno della vita precedente
Bourgois
Tradotto dallo spagnolo da François Gaudry
Tiratura: 3.000 copie.
Prezzo: 18€; 160 pag.
ISBN: 9782267047653

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