La stagione dei primi romanzi sta alla letteratura come il ballo delle debuttanti sta all’alta società: codificato ma avvincente. Quest’anno, il “piccolo ritorno a scuola” dal nome più appropriato detronizza per la prima volta quello di settembre, con 70 romanzieri esordienti, rispetto ai 68 di questo autunno, e solo ai 61 dello scorso gennaio… Una scelta di calendario più delicata per chi è alle prime armi non ? Il premio va a Gallimard, con ben quattro protetti abilmente distribuiti tra le collezioni della casa. Altro segno di questa vitalità, il lancio di Quartier libre grazie ad un romanzo dal titolo programmatico, Il cuore quando esplode, Di Claire Griois. Questo vento di audacia è tanto più evidente in quanto poche stelle compaiono nella lista dei balli, ad eccezione del giornalista Laurent Bazin presso Robert Laffont.
Poco o professionista
Se i manoscritti continuano ad arrivare per posta, come quella diEsperanza Boynat (Non da quirive); profili atipici per consegnare le loro perle, quindi questo Diario di un contadinocartello Jean-Noël Falcou (Progetto selvaggio); e il valore dell’attesa per il numero di anni, come Jean Nainchrik che parte alle 83 primavera (Mi hai rubato la stella, Récamier), questi 70 novellini sono solo raramente ai loro primi valzer. Uscire dal genio di ispirazione francese? I maestri della scrittura fanno ormai parte del panorama: gli essenziali Paris-8, da cui nascono i talenti Céline Bagault (Qui comincia mio padre, L’Olivier), l’ecopoetica Aix-en-Provence dove Sandra de Vivies (La donna del lago, Cambourakis) e Émilie Deveze (Monte degli Orsi, il Sonneur), o il crogiolo di Le Havre, dove si formò Simone Chevrier (Foto su richiesta, Azione).
Non mancano nemmeno i giocatori che pubblicano François Betremieux tu Castore Astrale (Di notte quando ti gratto la schiena), David Ducreux Sincey da Gallimard (La legge del meno forte), O Laure Federiconialla testa di Tractions éditions, (La vita giusta, ed. la luce notturna). Il primo romanzo non significa il primo libro. Molti hanno affinato la penna altrove: lo scenario (Mathilde Henzelin, Ivan Butel, Claire Griois), musica (Giuliano Perez), la notizia (Stéphane Chamak, Firenze Marville), poesia (Laurence Mouillet, Thomas Terraqué), gioventù (Michel Le Bourhis, Jean Villemin), e ovviamente saggistica (Juliet Drouar, Anne-Sophie Jacques). Quindi è ancora attuale parlare di “primo romanzo”? In un’epoca in cui i confini tra i generi non sono mai stati così labili, il dibattito è aperto…
Convinzioni intime
In termini di parità, continua la tendenza alla femminilizzazione (41 donne su 29 uomini). Non c’è quindi da stupirsi che il neofemminismo sia permeato ovunque al punto da non apparire più come una categoria a sé stante. Che si tratti di ritagliarti un posto, ad esempio Dounia Hadni In La hchouma (Albin Michel), per forgiare un linguaggio simile Anna Roussel In Piega la lingua (Do éditions), per reinventare la maternità di fronte alla disabilità, come nella sopraffazione Il prescelto Di Catherine Perréault (Philippe Rey), per riappropriarsi del suo desiderio alla maniera dell’incandescente Suicidio della fica Di Rosanna Lerner (Grasset), per trovare rifugio nella musica come Jeanne Riviere In Lorena brucia (Gallimard) o Katia Dansoko Touré In La solitudine delle note blu (Lattes). Mentre nella polemica emerge la satira di un mondo militante, umano troppo umano Carnes D’Ester Teillard (Povero).
I modelli di relazione esplodono
Poiché non c’è più bisogno di dimostrare che l’intimo sia politico, la famiglia si conferma una preoccupazione centrale tra i romanzieri esordienti e l’indagine familiare un genere re. Tra la pletora di variazioni, manteniamo quella magistrale Il mio vero nome è Elisabetta D’Adele Unoarcheologia di una lobotomia silenziosa, un metodo diffuso per arrestare le donne “forti” negli anni ’50 (Éditions du sous-sol).
Nello stesso movimento esplodono schemi relazionali. Quindi dentro Mia figlia Di Matilde Dondeyne (Rouergue), la filiazione non segue i legami di sangue. E se c’è una cosa importante che manca in questo nuovo anno scolastico, è il romanzo rosa. Quando l’incontro non viene impedito, come in Vite esemplari Di Noemi Valovits (POL) tu Cintura Di Celina Robert (Calmann-Lévy), è l’amicizia a fare la parte del leone. Fiore pregiato del genere, I macellai Di Sophie Demange (The Iconoclast), dove un trio passa dal tagliare pezzi di carne alla sanguinosa (e gioiosa) solidarietà femminile.
Cammina o sogna!
Più in generale, le battaglie politiche in corso continuano a irrigare la produzione, così la violenza del trattamento degli esuli, un argomento dolorosamente senza tempo, è oggetto di due successi questo autunno, Il cattivo ruolo Di Flore Montoyat (HarperCollins) e soprattutto l’attesissimo Diario di un esule D’Amadou Barry (Julliard). Tuttavia, le preoccupazioni del tempo, le minacce fasciste, le guerre in corso, le considerazioni ambientali, passano più facilmente in secondo piano, come confermato dal successo ancora massiccio della distopia. Una deviazione attraverso l’immaginazione necessaria per affrontare la paura del collasso? In ogni caso, è la scelta di Claire Mathot In La stagione del silenzio (Atti Sud) o Jean de Villemin In La terra delle erbe aromatiche (Le Dilettante).
Considerando il punto di vista opposto rispetto a questi inquietanti domani, la tentazione di fuggire non è mai stata così forte. Non riuscendo a cambiare vita, tentiamo la fortuna altrove, come l’eroina di Ridipingi tutto di blu Di Maria Halzan (Fuga), cambio del cielo, in fuga, o quello di Dominio di Vathy In Vita a scaglie d’ossa (Nero su bianco). E certi testi giocano anche la carta della storia Giardino nel cielo Romain Potocki (Albin Michel) o Non da qui D’Esperanza Boynat (Rivages), che si preannuncia come uno dei probabili successi di questo mese di gennaio. Sogno generale?
I nostri tre migliori titoli di romanzieri esordienti per l’anno accademico invernale 2025
- Ritratto del poeta come un bastardo Di Nicola Elia (Gli Argonauti)
- Coloro che la notte sceglie Di Joris Giovannetti (Denoël)
- Foto su richiesta Di Simone Chevrier (Azione)
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