“Volevo una storia dell’orrore”

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UN COMMENTO DEL SUO AUTORE – L’autore argentino torna con la storia di tre potenti sorelle, accompagnate da una capra. Ci dà le chiavi di alcune assi.

Sole Otero si era già distinta con “Naftalina”. Photo Xavi Torres-Bacchetta

Di Laurence Le Saux

Pubblicato il 15 dicembre 2024 alle 12:30

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Dans Naftalina, ha intrecciato la storia della propria famiglia, intrecciando legami tra gli emigranti italiani e la crisi economica che scuote il suo Paese. L’argentino Sole Otero interviene Cosa sono (a cura di Here and There) destini altrettanto complessi, in una vena leggermente orribile. Unisce il viaggio di tre potenti sorelle (e della loro inseparabile capra) con quello degli uomini e delle donne che incroceranno il loro cammino. Con la stregoneria come filo conduttore, l’autrice immerge i suoi lettori in una decina di storie diverse ma collegate tra loro, a volte sconcertanti, il più delle volte molto intriganti.

Il viaggio

“Noi guardiamo”, di Sole Otero, p. Ed. Qua e là

“Questa pagina fa parte dell’introduzione, che è uno dei capitoli più brevi del libro, ed è ambientata su una nave spagnola in procinto di attraccare a Buenos Aires, in un’epoca in cui la città apparteneva ancora alla Spagna. Ci sono un’aristocratica che si unisce al marito, un gruppo di marinai e tre donne misteriose con obiettivi sconosciuti, accompagnate da una strana capra. Questo passaggio mostra il disprezzo di cui questi ultimi sono vittime. I primi piani dettagliano i loro volti, mentre la nobildonna rimane sempre sulla sinistra della pagina, lontana dal trio.

Nel Sud America meridionale, il termine «cosa sono» – che dà il titolo al libro e deriva dalla lingua quechua mapuche – fa parte del vocabolario gergale attuale; significa “diabolico”. Volevo una storia dell’orrore, in più parti, con cui potessi divertirmi. Volevo anche includere sorelle potenti. Rimangono misteriosi in tutto il libro, la capra è il loro animale domestico e in qualche modo fornisce loro protezione. Li ho fatti evolvere nel corso dei secoli per dimostrare che col tempo perdono parte dei loro poteri legati alla natura, che l’uomo ha parzialmente distrutto. »

In Argentina sono comuni piccoli atti di stregoneria, è una sorta di gioco che fa parte della nostra identità.

La cerimonia

“Noi guardiamo”, di Sole Otero, p. Ed. Qua e là

“Eccoci oggi, in un bar di Buenos Aires. Due ragazzi, amici dai tempi del liceo, si incontrano per parlare. Uno inizia a raccontare all’altro una storia strana, su tre donne che ballano nude e tanti ragazzi che sembrano ipnotizzati da loro. Vediamo la scena in una grande scatola che ho disegnato con un effetto distorcente, come il manga che amavo leggere quando ero anch’io al liceo. Era un modo per sdrammatizzare la cosa e renderla anche un po’ divertente.

Sono stato attratto dalla stregoneria fin da quando ero bambino; da adulto, ho iniziato a mettere in contatto le streghe con donne indipendenti. In Argentina sono comuni piccoli atti di stregoneria, è una sorta di gioco che fa parte della nostra identità. Mi piace molto il realismo magico, ma sono stati più i libri di Juan Rulfo, Gabriel Garcia Marquez e Isabel Allende ad avere un impatto su di me da adolescente. Per questo libro in particolare posso citare le influenze delle scrittrici argentine Samanta Schweblin e Mariana Enriquez, della messicana Fernanda Melchor o della spagnola Irene Solà. E anche alcuni film, come La strega, di Robert Eggers, o Muori, mostro, muori, di Alessandro Fadel. »

La vecchia capra

“Noi guardiamo”, di Sole Otero, p. Ed. Qua e là

“Siamo anche qui nel presente e seguiamo una donna di nome Belen, che soffre di agorafobia e non può uscire di casa. Inizia a ricevere e-mail da uno strano ragazzo. Ma poiché si sente sola, continua la conversazione con lui. Qui ho installato in cornici strette sia i messaggi che i momenti della vita quotidiana di Belen, per mostrare il suo senso di reclusione. La rappresento sempre di lato, per rafforzare l’idea che si sente osservata.

Per creare questo libro, ho prima provato a disegnare in modo tradizionale, su carta, con inchiostro acrilico. Ma dopo centoquaranta pagine ho capito che dovevo modificare lo scenario, e ho dovuto ricominciare tutto da capo – questo mi era già successo per il mio album precedente! Così ho ricominciato in digitale sul mio tablet, cosa che mi ha permesso di progredire più velocemente, con colori più vivaci. Attualmente sto lavorando a un progetto giovanile con la sceneggiatrice Anaïs Halard. Mi dà pace lasciare la storia nelle mani di qualcun altro! Sto anche andando avanti con il mio prossimo progetto solista, ma mi ci vorranno circa due anni per completarlo…”

cosa sono di Sole Otero, ed. Qua e là, 376 pag., 28€.

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