La saga di Chateaubriand | Il blog di Gilles Pudlowski

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Un romanzo corale su un ristorante leggendario, un bel libro in stile Pléiade – ma senza carta biblica –, le confessioni di una setta attorno al suo grande maestro: c’è tutto questo e altro in questa opera rara e presentata con estrema cura dei testi, abilmente! capitoli ordinati, foto illustrative a fine volume, più due cartoline bonus e bellissima confezione in cartone. Il cuore del libro, il suo scopo: rievocare la carriera di Inaki Aizpitarte, dai suoi esordi difficili e divertenti a Tel Aviv, agli esordi della Famiglia in rue des Trois Frères, infine, e questo è il cuore dell’argomento, il successi degli Châteaubriand dall’avenue Parmentier fino alla partenza di Inaki per Saint-Jean-de-Luz, attraverso coloro che lo hanno amato, sostenuto, aiutato, affidato. Ognuno si esprime, ha diritto ai suoi molteplici testi, al suo ritratto grafico. Sono un centinaio in tutto, dopo un’indagine durata tre anni, collaboratori, amici, appassionati, giornalisti, chef, sommelier, camerieri e addetti alla cucina, ad esprimersi, a raccontare il loro “Chateau” e il loro Inaki. Ospiti a sorpresa, come Philippe Katerine, Romain Duris, Jonathan Cohen, uomini d’arte, amici, osservatori e curiosi, come Alain Ducasse, Jean-François Piège, Christophe Pelé, Bertrand Grébaud, Pierre Hermé, amici intimi e compagni, fedeli critici, come François Simon (a cui il “ fantastico ma spazzatura » per un certo vinacciolo), Emmanuel Rubin, Alexandre Cammas, Alexandra Michot. Ognuno ci mette il suo granello di sale (e pepe). Ciò dà un bizzarro UFO letterario, con la sua lingua parlata, il suo verlan, il suo “ uff »la sua esplosione di anglicismi, il suo slang del 21° secolo. Insomma, una sorta di monumento eretto a un geniale, geniale e folle, pazzo lunare, “nella sua bolla”, che ha scosso la sua epoca, infranto i codici (l’episodio della stella Michelin avanti e indietro è lì sapientemente sezionato), che non lascerà nessuno indifferente.

Il Castello, l’opera completa, di François Chevalier e Stéphane Peaucelle-Laurens, fotografie di Benjamin Malapris (Edizione Entorse, 434 pagine, 55 €)

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