Dopo la Fiera del Libro di Montreal, un ritorno alle origini su questo blog

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In ciascuna delle sue newsletter mensili, presentiamo un “sito del mese” (nel maggio 2004, il cervello a tutti i livelli ha avuto questo onore!). Questo mese è a riepilogo pubblico generale degli articoli recenti sulla rivista Natura che ruotano attorno a ciò che ci rende unici come animali, noi esseri umani. Siamo soprattutto a livello molecolare, cellulare e cerebrale, dove un generale rallentamento dello sviluppo nel primate umano dà luogo all'espansione cerebrale e soprattutto corticale osservata nella nostra specie. Quindi numerosi dati ben divulgati e presentati in modo dinamico (continuamente “scorrendo” verso il basso) su ciò che rende la nostra specie così speciale. Anche se stiamo attenti, in questi siti mainstream con grandi soldi alle spalle, ad affrontare il lato più orribile dell’attuale sistema capitalista che ci trascina verso il peggio, creando e mantenendo, ad esempio, una “crisi abitativa” permanente che mette le persone in difficoltà strade. E quando creano accampamenti improvvisati, li smontiamo in pieno inverno, come stamattina nella mia città, a Montreal…

Torno alle fonti con Neuroscience for Kids, ma mi rendo conto, come suggeriscono le due frasi precedenti, che dopo aver lavorato quattro anni con Yvon al libro, non sono più in grado di divulgare bene la scienza in modo pulito e sconnesso dal mondo. Questo mondo quotidianamente devastato dall’ideologia della crescita economica che ci spinge verso una sempre maggiore efficienza (accompagnata da sempre più “esternalità” che inquinano gli ecosistemi) e verso una maggiore “performance”. Ecco perché quando due compagni (grazie Sylvie e Jean-Pierre!) mi hanno segnalato indipendentemente le critiche del biologo Oliver Hamant su questa questione della prestazione, sono andato subito a vedere di cosa si trattava. E non sono rimasto deluso. Perché ciò che dimostra questo specialista in biologia vegetale è che in questi tempi sempre più imprevedibili (soprattutto dal punto di vista climatico), faremmo bene a mettere da parte questo dogma di prestazione che porta inevitabilmente alla fragilità e alle crisi sociali, per trarre ispirazione dalla robustezza della vita. Perché dalla pianta più piccola al cervello umano, osserviamo sistemi viventi che sono quasi sempre subottimali ma ridondanti e decentralizzati, così che quando si verifica un attacco o una lesione, altri percorsi paralleli, metabolici o nervosi, possono prendere il sopravvento e assorbire il gioco. Ecco tre formati per scoprire questo pensiero di Hamant: il Discorso TEDIL conferenza più tradizionaleet la lunga intervista sul canale Thinkerview.

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Per tornare ora al libro, in un articolo tratto dall’edizione del 16 novembre del quotidiano Le Devoir dal titolo “Diplomazia animale”la giornalista Caroline Montpetit mette in discussione magnificamente il nostro rapporto con gli altri animali. Il testo mi ha toccato ancora di più perché ho utilizzato l'esempio del caribù anche per parlare della nostra interdipendenza con tutti gli ecosistemi a pagina 433 del mio libro. Commossa anche perché cita a lungo “l'affascinante libro” Il nostro cervello a tutti i livelli, con un passaggio che ben si lega al rallentamento dello sviluppo della nostra specie di cui la pagina di Natura presentato sopra:

“Il bambino umano, con il suo cervello grande, avrà difficoltà a passare attraverso il canale pelvico più stretto di questa pelvi modificata. La selezione naturale avrebbe poi favorito la nascita di bambini prematuri, con un cervello incompiuto non ancora troppo grande, e il cui notevole fabbisogno energetico sarebbe diventato troppo grande per la madre verso la fine del nono mese, due ipotesi dibattute, ma che avrebbero potuto giocare un ruolo. Quindi il bambino umano è di gran lunga il meno precoce di tutti i primati. Ad esempio, alla nascita, il cervello umano rappresenta solo il 25% del volume che raggiungerà da adulto. Nello scimpanzé appena nato questa proporzione è del 40%. Per raggiungere questo stesso livello, la gravidanza umana dovrebbe durare 16 mesi! All'età di un anno, il cervello ha raggiunto solo il 50% del suo volume finale negli esseri umani, ma l'80% nei nostri parenti più prossimi. Ciò implica che negli esseri umani molte fasi dello sviluppo cognitivo avranno luogo in un contesto sociale ricco, quello della famiglia. »

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Infine, vi lascio con un'altra foto della fiera del libro di Montreal lo scorso fine settimana (dove “Il grande libro rosso di Bruno” era in onda il 3e più grande venditore presso Écosociété!), quello di Remy Gueninl'illustratrice del libro, realizzando un “disegno-dedica” di una bellissima lumaca con il guscio cerebrale (per farmi piacere…) intitolato “brain-slow”… Grazie a tutte le persone che sono passate e con le quali ho avuto un grande piacere parlando!

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