Grazie alla fine dei libri, un puzzle “complicato come la disposizione dei posti a sedere per un matrimonio”

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CATHERINE MUORE PER “THE NEW OBS”

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Investigazione Un tempo riservati agli anglosassoni, i riconoscimenti alla fine dei libri stanno diventando sempre più comuni nell'editoria francese. Perché e come si è diffusa questa pratica? Spiegazioni

Per andare oltre

Perché parlarne “i primi lettori” quando potremo chiamarli le “tragiche vittime delle prime versioni di questo testo”? Così li definisce l'autore georgiano Leo Vardiashvili nei ringraziamenti che concludono “Ai margini di una grande foresta” (Fayard). Più poetico, Jean-Robert Jouanny rende omaggio al “fate in arrivo” in “Patria” (L’Aube). Pubblicato su L'Olivier, Eliot Ruffel saluta la sua famiglia “chi non sa mai veramente perché ma continua a voler sapere cosa”.

Toccanti, faceti, misteriosi: i ringraziamenti occupano ormai un posto speciale alla fine dei romanzi. Possono essere laconici o raffinati, come quelli di Alice Zeniter, Erik Orsenna o Philippe Jaenada. Possono prendere di mira una sola persona, come una certa Catarina con cui Vera Buck ricorda di aver avuto “Omicidi e omicidi pianificati” per i suoi “Figli Lupo” (Gallmeister), o, al contrario, rivolgersi all’inventario Prévert.…

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