RECENSIONE – L'ultima opera dello scrittore israeliano è un delizioso e profondo dialogo tra due fratelli sessantenni su famiglia, amore, sesso.
Ecco Itamar e Boaz, due fratelli sulla sessantina. Il primo vive da trentacinque anni negli Stati Uniti, in Virginia, dove è direttore di un palazzetto dello sport. Il secondo, ingegnere, vive in Israele con la moglie Maya e i figli. Ogni anno Itamar e Boaz si incontrano a Tel Aviv per a “notte fraterna” in un albergo, dove parlano della loro vita, dei loro ricordi, bevendo una certa quantità di acquavite di fichi.
Siamo nel 2010. E questa volta Itamar, per un motivo che ci svelerà più avanti, decide di raccontare a suo fratello la storia avuta, vent'anni prima, con uno sconosciuto conosciuto in un bar. Devi sapere, utile precisazione, che lo scrittore Meir Shalev ha scelto di rappresentare un personaggio dal fisico più che vantaggioso, un fisico da rubacuori come dicevano le nostre nonne, un “BG” come dicono le ragazze di oggi. Itamar era il preferito della madre, che lo paragonava ad Apollo, Cary Grant e Clark Gable! Boaz viveva a…
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