Delphine de Girardin, Max Genève e Charles Baudelaire

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“La Canne de M. de Balzac”, di Delphine de Girardin, a cura di Martine Reid, Folio, “Classique”, 290 p., € 7,40.

“Le Voyage de M. de Balzac à Torino”, di Max Genève, Serge Safran, “Safranpoche”, 224 pag., € 8,90.

“Scelta di massime consolanti sull'amore e altri testi giovanili”, di Charles Baudelaire, a cura e prefazione di Andrea Schellino, Rivages pocket, “Piccola biblioteca”, 154 p., €8.

E se fosse un oggetto di tutti i giorni? Nel gioco della ritrattistica cinese, è probabile che identificheremmo Honoré de Balzac (1799-1850) con la sua caffettiera di porcellana bianca recante il logo “HB”, un concentrato aromatico di elettricità letteraria, o con la meno bianca “veste da monaco” ” di cui si vestiva per scrivere, al suo leggio o nell'ufficio di un ufficiale giudiziario. Ma tutto questo, mio ​​Dio, resta molto classico. No, il vero oggetto balzachiano, il più emblematico, resta il suo bastone. Visibile alla Maison de Balzac, a Parigi, disegnato e consegnato nel 1834 dal gioielliere Le Cointe (pagato con una fionda, vi rassicuriamo), cavo e realizzato in giunco, decorato con topazi offerti dalla sua musa, Eva Hanska, e Attrezzato con un pomo e una cinghia d'oro, è più un puzzle fallico o l'attributo di un tamburo maggiore che la stampella di uno storpio o il bastone di un escursionista.

Diventata famosa in un giorno, ispirò Delphine de Girardin (1804-1855) Il bastone del signor de Balzacun romanzo breve e gustoso di cui Martine Reid ci regala un'edizione affascinante. Figlia della scrittrice Sophie Gay, sposata con il capo della stampa Emile de Girardin, leggendario editorialista di società sotto il nome di Vicomte de Launay, salonnière essenziale, si impossessò, nel 1836, del bastone feticcio per farne il centro di una cronaca sociale abbinata a un racconto fantastico. Il suo eroe, Tancrède Dorimont, un Apollo tanto splendente quanto sconfortato, senza lavoro né amante, riceve in prestito da Balzac il celebre e singolare oggetto. Scopre quindi di avere la capacità di rendere invisibile il suo proprietario se lo sposta dalla mano destra alla mano sinistra. Tancrède utilizzerà questo potere per razziare sia milionari che ragazze da sposare, per anticipare gli eventi o valutare la validità dei sentimenti. Con roseità e leggerezza, Delphine de Girardin apre un percorso letterario nel quale, dopo di lei, la Verne di Guglielmo Storitz (1910) che la saga Harry Potter (1998-2007), i Pozzi di L'uomo invisibile (1897) che l'Aymé di Passante a muro (1943). Una rarità da scoprire urgentemente.

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