“The Blue Hour” di Paula Hawkins, a porte chiuse su un’isola ostile – Libération

“The Blue Hour” di Paula Hawkins, a porte chiuse su un’isola ostile – Libération
“The Blue Hour” di Paula Hawkins, a porte chiuse su un’isola ostile – Libération
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Giovedì thriller

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La scrittrice britannica, a cui dobbiamo “La ragazza del treno”, regala con il suo ultimo romanzo un thriller psicologico che ricorda “Rebecca” di Daphné du Maurier

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Difficile trovare una felicità più grande di quella di iniziare un nuovo romanzo di Paula Hawkins quando fuori il cielo è bianco, i nostri neuroni gridano pietà e cerchiamo ogni possibile motivo per isolarci dal mondo in tempesta e rimanere chiusi nel caldo . L’ora blu è ottimo, non ti farà venire il mal di testa, ti darà la giusta dose di ansia e ti farà divertire moltissimo girando le pagine senza pensare a vedere se nel frattempo il cielo ha cambiato colore. C’è qualcosa di rasserenante e di avvincente nella scrittura del romanziere britannico che è difficile da spiegare ma la cui immutabilità è rassicurante. Ovviamente, la ragazza sul treno (Sonatine, 2015) il suo bestseller, divorato da più di 22 milioni di lettori, resta imbattibile ma Hawkins è riuscito nell’impresa di superare questo successo e di continuare a scrivere romanzi estremamente ben costruiti e tenuti dall’inizio alla fine.

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