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Critica La vita quotidiana di un giovane preso in una trappola assurda: paura, incomprensione, fame, umiliazione e vergogna, alla Liberazione, di aver combattuto la guerra dalla parte sbagliata. ★★★★☆
Come altri 130.000 uomini, il padre di Joël Egloff era un soldato riluttante, un soldato arruolato con la forza sotto la bandiera nazista perché Folschviller, il suo villaggio nella Mosella, faceva parte della zona annessa nel 1940 al Reich. Incorporato nell'ottobre 1943 all'età di 17 anni, questo padre, a cui Egloff si riferisce in seconda persona singolare, combatté durante la battaglia delle Ardenne, poi sul fronte russo, in Ungheria e in Austria. L'autore conosceva frammenti della storia e ha cercato di colmare le lacune. Ma non importa che il puzzle sia incompleto – anche se il bel rigore ricorda quello di Eric Vuillard. Ci troviamo immersi nella vita quotidiana di un giovane preso in una trappola assurda: paura, incomprensione, fame, umiliazione e vergogna per la Liberazione.
Un libro degno e commovente, “Questi feroci soldati” finalmente lo permette “caso speciale”, ce “granello di sabbia nella storia fin troppo oliata della lotta tra gli eroi e i codardi, i buoni e i bastardi”.
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