L’industria del libro contro le autorità pubbliche

L’industria del libro contro le autorità pubbliche
L’industria del libro contro le autorità pubbliche
-

Sette rappresentanti delle organizzazioni professionali – librerie, editoria, cartolerie, bibliotecari: mancavano solo gli autori, a sorpresa – sono stati così ricevuti per discutere dei temi del momento, e in particolare del calo delle vendite: 1,7 milioni di copie in volume in meno, nel segmento pubblico generalista, da gennaio 2024.

Nuovo contatto, stesse richieste

Le prime richieste riguardano quindi, e logicamente, il rilancio del fondo speciale che era stato destinato alle biblioteche. Lanciato nel 2021 e con una dotazione di 30 milioni di euro, questo finanziamento serve l’intera filiera, rifornendo al contempo gli istituti di credito pubblici. Finora però nessuno studio ha confermato l’efficacia della misura tra il pubblico.

Ma le sette presidenze riunite presso la sede dell'Associazione Italiana Editori assicurano la fiducia scaturita da questo incontro con il ministro. Alessandro Giuli avvierà una nuova fase di scambi, è stato promesso – questo è anche l'intero progetto politico che l'ex giornalista porta avanti da settimane. E questo, nella prospettiva di far sentire la voce del Paese, attraverso a potere morbido rivisitato.

« Molti fanatici di varie parti mi vogliono male, non capiscono che come ministro voglio rappresentare qualcosa di nuovo», assicura ilMondodeciso a rompere con gli anni del neofascismo. “Sono poche le figure di destra in grado di svolgere la sua funzione al Ministero della Cultura, e non so se lo farà. La cultura ha bisogno di chiarezza sulla politica che verrà perseguita. Le idee al momento sono poche e sono confuse“, afferma Marco Delogu, presidente della Fiera di Roma.

Niente sussidi: una politica culturale

Per quanto riguarda l’industria del libro, riteniamo in particolare “l’urgenza di vedere ristabilite le misure di sostegno della domanda» che risultano scomparsi da due anni. Ripristinare il fondo per le biblioteche è una cosa, ma sul tavolo ci sono altri progetti, in particolare una legge di settore, richiesta da anni. In quest'ottica i partner chiedono l'ampliamento del credito d'imposta per l'acquisto della carta (attualmente riservato ai quotidiani) e misure per stimolare l'innovazione.

Chiedono anche un aumento dei crediti d'imposta per le librerie, nonché nuovi finanziamenti a sostegno della bibliodiversità. Si chiede inoltre un rafforzamento del budget del Centro per il libro e la lettura al fine di aumentare i tassi di lettura e ridurre le disuguaglianze territoriali.

Alessandro, bravo ragazzo

E per assicurare di aver trovato “un interlocutore attento e sensibile, consapevole del valore sociale del libro e della lettura, nonché della necessità di avere un'editoria plurale, forte e autonoma, perché economicamente sostenibile, dotata di infrastrutture per la lettura, come librerie e biblioteche, nonché distribuiti su tutto il territorio».

Se le organizzazioni si sentono ascoltate e le loro esigenze comprese, si aspettano comunque le misure che ne deriveranno. “Non chiediamo sussidi, ma politiche industriali e culturali che ci permettano, insieme, di far crescere il Paese“, dicono.

Misure e appunti di lettura

Un documento di lavoro, proposto di seguito, elenca le diverse misure necessarie per il settore presentate al ministro. Ricordiamo che il settore del libro genera nel Bel Paese un fatturato di 3,5 miliardi di euro e dà lavoro a circa 70mila persone. Nel 2023 e all’inizio del 2024, il valore delle vendite di libri ha registrato una stagnazione, il che equivale a un calo in termini reali, dovuto in particolare all’inflazione e all’aumento del costo della carta.

Questa situazione, unita alla debolezza strutturale della lettura, soprattutto nel Sud Italia, nelle aree periferiche e nei piccoli centri, sottolinea la fragilità del settore. L’industria rimane solida, ma vede la sua capacità di affrontare la rivoluzione digitale, in particolare l’intelligenza artificiale, indebolita da questa fragilità.

Occorre introdurre un credito d'imposta per gli editori indipendenti con fatturato inferiore a 2 milioni di euro, a copertura delle spese legate al personale, alla stampa e all'innovazione. Per ridurre i costi di produzione, così da mitigare l'impatto dell'inflazione sul prezzo dei libri, sarebbe necessario un credito d'imposta sull'acquisto della carta, come avviene per la stampa, per l'editoria.

Allo stesso modo, devono essere adottate misure per incoraggiare gli investimenti nelle tecnologie, compresa l’intelligenza artificiale e le soluzioni digitali.

Crédits photo : Associazione italiana editori

Di Nicolas Gary
Contatto: [email protected]

-

PREV Secret Santa, il romanticismo dell'Avvento da godere assolutamente
NEXT Inaugurazione della IV Biennale del Libro d’Artista presso il municipio di Rodez