Il fiume e le donne sconosciute da scoprire nella poesia locale

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Le giornate si accorciano, le temperature si fanno più fresche. È arrivato il momento di cogliere l’occasione per sistemarsi comodamente con un buon libro! E perché non con la poesia di qui? Ecco alcuni suggerimenti degli autori del Quebec orientale che presentano in questi giorni le loro collezioni alla Fiera del libro di Rimouski.

Un testo da Julie Tremblay


Vai al corpoLaurence Veilleux (Le Noroît)

Rimouskoise Laurence Veilleux affronta il tema dell’infanzia nella sua terza raccolta di poesie. Foto: Radio-Canada/Francois Gagnon

In questa terza raccolta del poeta Laurence Veilleux troviamo bestie feroci e giovani ragazze cenciose che sognano, in foreste inquietanti che attraggono, ma dove abbiamo costantemente paura di perderci. Proviamo l’angoscia di ritrovare noi stessi nel ventre degli alberi come escaofferto alle zanne degli animali che noi sente fare clic. E quando noi va al corpo vegliare sui nostri morti, lo impariamo la famiglia è un nodo del corpo che non si scioglie e quello parlare non è altro/se non tendere il filo/dei nostri ricordi. In questa voce fragile e forte di cui Laurence Veilleux ha il segreto, troviamo un po’ di silenzio/dove chiudere gli occhi e ci interroghiamo sui vivi che, ci piaccia o no, si avvicinano sempre alla morte.

Impilo le vostre facce
uno sopra l’altro
mi trova lì

[…]

questo sarà il mio ultimo ritratto di te
una mascella aperta
sorpresa

niente da dire e questo è un bene
hai sempre amato
il silenzio
santa pace


Mentre il fiume passa, Paul-Chanel Malenfant (Le Noroît)

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L’ultima collezione di Paul Chanel Malenfant è accompagnata da opere di Martin Gendron. Foto: Radio-Canada/Pier-Olivier Busque

Ma dove va il fiume quando passa? Sono queste le domande che si pone il poeta Paul Chanel Malenfant, fedele ai temi che abitano la sua opera da quasi 50 anni: il tempo e il fiume. Il poeta ci invita a porte chiuse [sa] memoria a rivisitare i luoghi del Basso Laurenziano in cui abita, passando dalle Portes de l’Enfer o l’orizzonte si allontana a Le Havre du Bic dove lui [erre] sui sentieri del tempopassando per chiese abbandonate dove possiamo ancora sentire il caos delle preghiere. All’attraversamento del fiume brillare come a fiore selvatico […] sul collo dell’adolescenza e ti fa venir voglia di riprendere la marcia e il corso della poesia, di ricominciare costantemente l’ patto dei vivi.

Scrivo io fiume con parole di pioggia sulla finestra, alla ricerca di echi e spiragli, per non perdere la voce nella follia delle stragi nel vivaio del mio tempo. Con le stelle negli occhi senza palpebre degli schermi dei computer dove umori e scoppi di bombe si fondono con i cavalli del carosello.


Tra le donne, Aimée Lévesque (La Peuplade)

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Rimouskoise Aimée Lévesque pubblica la sua seconda collezione su La Peuplade. Foto: Radio-Canada/Francois Gagnon

Aimée Lévesque propone un libro fuori dai sentieri battuti per il suo secondo lavoro a La Peuplade. Unendo diario di viaggio e poesia, l’autrice ci presenta le donne nell’ombra per restituire loro il luogo che è loro sfuggito nella storia. La seguiamo per le strade e le biblioteche di Zagabria o Sarajevo, confrontandoci cosa c’è da affrontare: un viaggio nuovo di zecca. Lì scopre pazientemente la storia di una cantante lirica il cui volto, un giorno, si è congelato, o lo sgomento di una donna che si sposa senza essere presente al proprio matrimonio. Qui le lingue si mescolano e si intrecciano, come una stessa world music: So quanto posso funzionare bene comprendendo solo un decimo di ciò che mi viene detto e […] la poesia spesso sta molto meglioscrive l’autore.

In cima alla collina, un mausoleo come un buco bianco di luce contro il cielo, un varco in cui dobbiamo entrare, affrontare l’oscurità. Prendi la guida laminata per la visita, in francese. Girarsi, collo teso per vedere tutto nell’aria, poi tornare giù sentendosi stordito. […] Un unico punto di convergenza per le nostre vite: un mausoleo ottagonale che domina la costa, i venti che soffiano il tuo profumo: ginestra, costa, immortale…


La stella scolpita, Émilie Devoe (Le Noroît)

>>>>>>La copertina di un libro.>>>>>>

La collezione di Gaspésienne Émilie Devoe parla di adolescenza e salute mentale. Foto: Radio-Canada/Pier-Olivier Busque

Come può una madre aiutare il suo adolescente che chiedere/di morire? È al centro di questo interrogativo, di questo senso di impotenza e delle notti di ansia in ospedale che Émilie Devoe ci immerge La stella scolpita. Sentiamo l’angoscia di essere madre quando dobbiamo nasconderci lame di rasoi pillole/coltelli pinze aghi accendini per sentirti al sicuro per tuo figlio e, forse, per riuscire a dormire. La raccolta, intervallata dalle parole di un’adolescente che si sente costantemente al bordo della scoglieradimostra con sensibilità che la strada da percorrere è lunga nutri ogni giorno la nostra gioia e trova pace dei difetti.

Io taglierei le pere a metà
dividere i peli
rimuovere le ossa
scheggia le pietre

Ingoierei le vespe
e gli spari
devierebbe la rotta
cadute e furie

Collegherei i tuoi punti di fuga
libera i tuoi sentieri

Ti rimboccarò le coperte
coperto di oche bianche

ti manterrebbe
fuori portata
di te


Noémie Pomerleau-Cloutier, Testa a sfera da discoteca (Edizioni del Boréal)

>>>>>>Un libro.>>>>>>

Noémie Pomerleau-Cloutier lancia la sua terza raccolta di poesie. Foto: Radio-Canada/Julie Tremblay

Saresti in grado di affrontare ciò che hai in testa se i tuoi pensieri fossero abbondanti, complessi e intensi come le luci di una palla da discoteca? È questa complessità che la poetessa Noémie Pomerleau-Cloutier descrive nella sua terza raccolta di poesie, Testa a sfera da discoteca. Scopriamo un bambino, poi un adolescente che a volte vorrebbe energia [se] nascondersi [sa] palma come un portafortuna dove spegnere [son] cervello solo per un momento. Ma non esiste un manuale di istruzioni quando lo hai stanco dopo una domenica piovosa e quello dove camminare in/solitudine nella direzione opposta rispetto agli altri. Testa a sfera da discoteca ci ricorda che esistono molteplici modi di guardare noi stessi, e che ognuno può imparare a domare i propri pensieri, a modo suo.

sembra che ci siano persone che hanno una testa
chalet una testa tranquilla con vista sulla foresta o
sul lago

una testa che si adatta allo stampo che non lo fa
soprattutto non eccedere che è liscio liscio liscio
come uno splendido specchio

una testa impeccabile con l’interno
persone che pattinano
tripli axel doppi toeloop
e che cadono con grazia sui pattini

la mia testa è una casa infestata
testa a sfera da discoteca una testa che mangiava troppo zucchero


Chiara Madre, il ventre delle rocce (Le Noroît)

>>>>>>Un libro.>>>>>>

Claire Moeder è una Gaspésienne adottata dal 2017. Ha pubblicato la sua prima raccolta a Noroît. Foto: Radio-Canada/Pier-Olivier Busque

La collezione il ventre delle rocce parla di madri che raccolta[nt] le loro gioie/cadute/al mattino e che mettono radici lungo i sentieri/tracciati dalle orme di [leurs] bambino[s]. Le poesie di Claire Moeder, che vive a Gaspésie da diversi anni, dialogano con foto di case abbandonate, radici e terre che invitano al silenzio e lenisce[r] i sentieri dove i volti si perdono e dove noi posa [son] dolore quando coloro che amiamo scompaiono. Anche se c’è la morte e tutte le vertigini/portano la stessa firmal’autore invita alla calma e solo per dire/a tentoni/l’impronta dei torrenti.

nei pennarelli gettati al vento
la tempesta confinata nella larghezza
dei suoi piedi
aprire la strada

tenuto nella fessura delle scogliere
sostiene le sue piante dei piedi
sul paese impossibile

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