Dal lato delle entrate, citiamo Deliziosa cucina tradizionale francese di Joseph Viola, Meilleur Ouvrier de France. Questo chef lionese spiega, fin dalle prime pagine, l'importanza del colletto blu-bianco-rosso: “Questo lasciapassare mi ha portato un sogno, che avevo in mente fin dall’età di 14 anni. Allo stesso tempo, mi conferisce il dovere di trasmettere.”
In Alsazia, Olivier Nasti, anche Meilleur Ouvrier de France, pubblica Cuoco cacciatore : “Volevo raccontare qual è la visione del cuoco nel mio ambiente di cacciatore e pescatore, come sia necessario raccogliere un animale, poi conservarlo e cucinarlo”. Al di là delle ricette, alcuni chef scelgono di svelare il loro mondo. Così Hugo Roellinger, a Cancale, con Corrispondenzaun libro che collega piatti, testi e foto.
E poi ci sono alcuni chef che si interessano alla golosità degli autori. Guy Savoy pubblica la terza parte della sua serie Guy Savoy cucina scrittori. Dopo i secoli XVI e XVII si arrivò al XVIII: “È un ponte a doppio senso tra letteratura e cucina. Negli scritti troviamo molte storie che si svolgono intorno alla cucina o alla tavola”.
Quanto agli scrittori, questa volta molti di loro sono interessati alla buona cucina. Jean-Claude Ribault ne pubblica un voluminoso Dizionario gourmet del mangiar bene e del bere bene. In Il genio avido, Bruno Fuglini racconta le invenzioni culinarie dal 1791 ai giorni nostri. E lo storico Jean-Robert Pitte condivide con noi il suo Bei ricordi : “Sono ricordi, alcuni dei quali risalgono alla mia prima infanzia, e che mi accompagnano da sempre. La nostra vita, nelle attuali circostanze geopolitiche e ambientali, è una valle di lacrime, e per me abbiamo bisogno di un’oasi , un buon pasto condiviso è un'oasi.”
Aggiungiamo Olimpofirmato Anne Étorre, sulla vita di una cuoca libera, chef stellata degli anni '80, e i libri dell'editore Menu Fretin dedicati ai piatti, gli ultimi ad oggi: La lepre reale.