Pubblicato da Note Note Edizioni, Foglio ci porta nel decennio che ha visto Viviane Sassen nascere come fotografa: gli anni '90.
Le immagini di Foglio sono state scattate a metà degli anni '90, quando Viviane Sassen si stava appena dedicando alla fotografia, dopo aver studiato moda. Fin dall'inizio, l'artista olandese ha immaginato questo corpus di opere come un libro, che lei stessa ha realizzato a partire da fotocopie scattate da una grande stampante Xerox. Rimase allo stadio di progetto… fino a quando, trent'anni dopo, incontrò i redattori di Note Note che gli offrirono di pubblicarlo.
Foglio ci riporta a un periodo cruciale per la fotografia, che virò negli anni Novanta verso una documentazione della realtà, spontanea e schietta, ben lontana dalle immagini patinate del decennio precedente. Per Viviane Sassen è una boccata d’aria fresca: “Negli anni ’80 tutto era glamour, controllato e distante. E poi all'improvviso, con l'avvento della fotografia istantanea e di personalità come Nobuyoshi Araki o Nan Goldin, la fotografia ha preso un'altra svolta: si trattava semplicemente di catturare i tuoi amici, te stesso, il tuo ambiente. Era qualcosa in cui, da giovane studente al verde, potevo identificarmi.'identificatore. »
Le sue fotografie fanno parte di questa estetica di spontaneità e intimità catturata in tutta la sua crudezza. Ma soprattutto rivelano la presenza già lampante del linguaggio visivo della Viviane Sassen che conosciamo oggi, a cui piace esplorare la geometria dell'immagine attraverso l'inquadratura e la messa in scena. Se fotografa chi le sta intorno, è soprattutto alla ricerca di potenzialità formali. Non rivela alcun volto o individualità, preferendo esaminare il corpo in tutte le sue forme. Quest'ultimo diventa materia da scolpire. Lo modella facendolo prendere parte a complesse coreografie che le piace spingere fino al bizzarro. Gli strumenti di queste sculture fotografiche? Colore, preferibilmente acceso, giochi di luci e ombre, forme grafiche tratte dagli elementi che lo circondano: un raggio di sole che mette in risalto la geometria di un'ascella o un tovagliolo bianco con cui un'immagine si trasforma in collage.
La disposizione di Foglio è un omaggio a questo vocabolario. Il libro è racchiuso in un verde accattivante, che punteggia il resto delle sue pagine. Se le ricorda la natura, questo colore riporta Viviane Sassen anche alla sua infanzia in Sud Africa e all'ospedale dove lavorava suo padre, vestito con un'uniforme della stessa tonalità. In risposta a questo verde, la fotografa gioca con il bianco – il suo rimedio contro la malinconia – proprio come le pagine del libro, le cui diverse dimensioni creano margini bianchi sottolineando la geometria di un'immagine o ritagliandone un'altra, come un'eco di questo famoso tovagliolo bianco oppure questo rettangolo di carta tenuto a portata di mano e riprodotto in copertina.
«Giovane allora ero, e felice di essere più vecchia adesso» scrive Viviane Sassen nella penultima lettera dell'alfabeto al quale porta una conclusione originale Foglio : uno sguardo retrospettivo in 26 capitoli. Sono passati trent'anni da quando queste immagini sono emerse dalla sua scatola, ma c'è differenza tra questo corpus di lavori e le sue opere contemporanee? Non proprio. Oggi Viviane Sassen fotografa forse meno chi la circonda e le sue immagini non hanno più quella grana degli anni Novanta. Ma il suo sguardo è lì, lo stesso che già animava con tanta potenza i suoi primi tentativi di fotografa.
Viviane Sassen – Foglio
Pubblicato da NOTE NOTE EDITIONS
80 pagine
Tiratura di 1200 esemplari
Design presso lo Studio Mathieu Meyer
Disponibile qui e in tutte le migliori librerie.
Il lavoro sarà presentato a Polycopies insieme ad altre pubblicazioni di Notes Notes Éditions.