Scoprendo, ai confini della Louisiana, un'isola che sprofonda nelle acque e che porta il nome di suo padre – Jean-Charles –, gli viene l'idea. Un uomo silenzioso, gentile e solitario, afferma di non avere ricordi. Osservarla, ascoltarla non dà a sua figlia quello che cerca. Da quel momento in poi cercherà di sollecitare la sua memoria attraverso paesaggi, vestigia di viaggi, quaderni, corrispondenza, oggetti o qualsiasi altra traccia della sua reale personalità. Quello che non ha visto.
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Un contenitore di memoria
Ha raccolto tutto. Visitando con lui lo studio ormai abbandonato dove ha dipinto per vent'anni, viene travolta dai mucchi di resti eterogenei che vi sono stati compulsivamente ammassati, intrecciando i fili del suo destino e testimoniando per lei una realtà senza precedenti. Di questo padre che ha condiviso i giochi della sua bambina ed è rimasto lui stesso bambino per tutta la vita, lei scopre una nuova immagine.
Quella di un uomo che ha avuto una vita movimentata, amava viaggiare, era un adolescente disperato, odiava la guerra d'Algeria a cui aveva partecipato, era duro, eccessivo, un artista impegnato, appassionato di surrealismo, cattivo con se stesso, denigratore dell'ipocrisia, del conforto o rapporti di dominio che tuttavia subì da parte del proprio padre. Tornando a quest'ultimo, la narratrice gli dedica un capitolo approfondito, focalizzando la sua attenzione su ciò che, nel suo comportamento, avrebbe potuto influenzare Jean-Jacques che, peraltro, chiamò Jean-Karl. Interroga i luoghi attraverso le immagini.
Elenca gli oggetti, le parole, i testi, le scritte sui muri, tutti questi sorprendenti cataste che formano un ricettacolo di memoria come tanti arcipelaghi di una verità che non riusciamo mai a cogliere appieno. Anche se il padre, con buona volontà, aiuta a riportarlo alla luce.
La scrittura delicata unita ad un argomento accattivante di per sé contribuiscono all'interesse di questo libro. Ma le enumerazioni meticolose e ripetute, l’accumulo di dettagli banali – fatta eccezione sicuramente per il narratore – sovraccaricano la lettura e la rendono spesso noiosa.
⇒”Arcipelaghi” | Storia | Hélène Gaudy | L’Olivier, 288 pp., 21€, digitale 15€
ESTRARRE
“Il suo appetito per i luoghi sembrava poco nutrito dalla nostalgia. Non ci mostrava mai quelli del suo passato, non me li descriveva mai. A volte si lasciava sfuggire appena qualche considerazione estetica del tipo, Beauce è bella, oppure, Dovresti andare a vedere la cattedrale di Chartres A mio padre piacciono i paesaggi ma non so nulla di quelli in cui è cresciuto.