Olimpiadi 2024: il libro che mette in crisi Pierre de Coubertin, “l’uomo che non ha inventato le Olimpiadi”

Olimpiadi 2024: il libro che mette in crisi Pierre de Coubertin, “l’uomo che non ha inventato le Olimpiadi”
Olimpiadi 2024: il libro che mette in crisi Pierre de Coubertin, “l’uomo che non ha inventato le Olimpiadi”
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Se volete sapere perché il ministro dello Sport e dei Giochi Olimpici Amélie Oudéa-Castéra non parteciperà all’omaggio reso al barone Pierre de Coubertin (1863-1937), il 23 giugno alla Sorbona, in occasione del 130° anniversario della sua nascita del CIO, la risposta si trova in particolare nell’opera di Aymeric Mantoux, “Pierre de Coubertin, l’uomo che non ha inventato i Giochi olimpici” (Les Éditions du Faubourg, 200 p., 18 euro), uscito venerdì scorso. Questo saggio biografico esplora i lati oscuri dell’aristocratico. Il fondatore dei Giochi moderni non solo era compiacente nei confronti di Hitler, molto riluttante o addirittura contrario all’apertura della competizione alle donne, ma avrebbe anche riscritto molto la sua leggenda.

Il barone sarebbe stato più il “catalizzatore” che l’inventore delle Olimpiadi, un formidabile lobbista che ha riunito molte idee nello spirito dei tempi. E frasi scioccanti che si attribuiva. “L’importante è partecipare”? La massima ripetuta di generazione in generazione non viene da lui, ma dall’arcivescovo di Pennsylvania, mons. Ethelbert Talbot, che la pronunciò durante la cerimonia religiosa dei Giochi di Londra del 1908. Pochi giorni dopo, il barone de Coubertin subentrò durante una cena offerta dal governo britannico ai membri del Comitato Olimpico Internazionale.

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