“Costellazione” di Louise Bentkowski, letto da Ivet Blanc-Benoît, professoressa di letteratura – Libération

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Il quaderno dei Livres de Libéfascicolo

Ogni settimana, un lettore recensisce un preferito. Oggi abbiamo raccolto “piccoli pezzetti di mondo”.

Cosa fare con il nome che ereditiamo nostro malgrado quando nasciamo e che ci lega ai morti e alle maledizioni familiari, ma anche ai vivi che verranno, così «iel» al tipo mobile, this “Grande-grande-grande piccolo. bambino” dall’altra parte del futuro? Il narratore, come l’autore, porta quello di Bentkowski, toponimo di una valle dell’Indo dove i suoi antenati, attraverso successivi esili che li condussero dalla Polonia alla Francia, furono un giorno costretti a stabilirsi. Sceglie di realizzare costellazioni di storie, cucite insieme nel senso etimologico del termine «rapsodie»che allucinano secondo il magnifico neologismo del titolo: Costellazione. Par “analogie ingenue”nel corso di diciotto canzoni di quello che è allo stesso tempo un racconto, un saggio e un lungo poema in prosa, riesce con delicata grazia e delicata fantasia a “cuci i piccoli pezzi del mondo raccolti da questo grande patchwork” storie collegate ad altre storie. Quelli della sua famiglia, ma anche quelli dei miti greci, dei racconti degli Inuit e delle leggende azteche.

Patata a forma di cuore scartata perché non calibrata

Lì incontriamo lo zio Victor, morto a Dachau all’età di 24 anni, senza aver potuto finire l’ultima frase del suo taccuino, il nonno Juliusz, costretto dallo stato civile francese a essere

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