Cronista dietro le quinte della Casa Bianca per mezzo secolo per il Washington Post, Bob Woodward rivelò con Carl Bernstein lo scandalo Watergate che portò alle dimissioni del presidente Nixon nel 1974.
Nel suo libro “Guerra”, in uscita il 15 ottobre, descrive in particolare i vani sforzi del presidente Joe Biden per fermare la guerra intrapresa da Israele nella Striscia di Gaza dopo l’attacco mortale di Hamas del 7 ottobre 2023.
Dall’inizio del conflitto, la diplomazia americana ha mostrato la propria impotenza nell’influenzare il modo in cui il suo alleato conduce la guerra.
Secondo il libro, durante una conversazione telefonica in aprile, Joe Biden chiese al primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu quale fosse la sua strategia.
“Dobbiamo tornare a Rafah”, ha risposto il leader israeliano. “Bibi, non hai alcuna strategia”, ha ribattuto Joe Biden, usando il soprannome del leader israeliano.
Il presidente americano si è poi lamentato con i suoi consiglieri, dicendo che il primo ministro israeliano era un “bugiardo”, “interessato solo alla sua sopravvivenza politica”.
All’inizio di settembre, Joe Biden ha stimato pubblicamente che Benjamin Netanyahu non stava facendo abbastanza per raggiungere un accordo per il rilascio degli ostaggi israeliani detenuti da Hamas nella Striscia di Gaza.
Nonostante le sue recriminazioni, il presidente americano si è finora rifiutato di sfruttare la leva della fornitura di armi a Israele per influenzare la politica del governo di Benjamin Netanyahu, oltre a sospendere la consegna di bombe a maggio.
Secondo il Washington Post, la vicepresidente Kamala Harris fa qualche apparizione nel racconto di Bob Woodward, sostenendo le posizioni di Joe Biden ma con un ruolo non determinante per la sua politica estera.
A luglio, dopo un incontro con Benjamin Netanyahu, Kamala Harris ha adottato toni duri sul modo in cui Israele conduce il conflitto a Gaza, promettendo di non “tacere” di fronte alla sofferenza dei palestinesi.
Dichiarazioni pubbliche che contrastavano con il tono delle discussioni in privato, dove l’approccio era molto più cordiale, fa avanzare la “Guerra”. Il contrasto nei commenti del candidato democratico alle presidenziali del 5 novembre avrebbe provocato lo stupore e la rabbia di Benjamin Netanyahu, secondo Bob Woodward.