Di Agostino Moriaux
Pubblicato
10 gennaio alle 15:45,
aggiornato 10 gennaio alle 15:50
L’ex ambasciatore francese ad Algeri denuncia la mancanza di reciprocità di una misura poco conosciuta che impone ai diplomatici francesi di chiedere l’autorizzazione alle autorità algerine prima di ogni viaggio.
Le tensioni franco-algerine sembrano essere al culmine dal 1962. Giovedì scorso, l’Algeria è arrivata al punto di rimandare in Francia, senza ulteriori indugi, il proprio nazionale, l’influencer Doualemn. Xavier Driencourt, ex ambasciatore francese ad Algeri, parla in “Punti di vista» (Le Figaro TV) le misure di ritorsione che la Francia può adottare contro “termine molto breve», senza nemmeno richiedere l’approvazione di Emmanuel Macron.
Il primo è direttamente collegato all’evento di giovedì, poiché Xavier Driencourt avanza l’idea di vietare i voli operati da Air Algérie. “Se la compagnia trasporta passeggeri che non possono scendere, vietiamo Air Algérie. Loro, per ritorsione, metteranno al bando Air France, ma quale dei due partiti rimarrà intrappolato?», sottopone il diplomatico, in una domanda retorica.
“Bruno Retailleau può adottare una misura da lunedì e senza l’approvazione del presidente”
Poi, l’ambasciatore, che aveva già denunciato con forza l’accordo del 1968, affronta una questione poco conosciuta dai profani nelle relazioni diplomatiche franco-algerine. Xavier Driencourt rivela che “I diplomatici francesi, quando vogliono lasciare la loro città – Algeri, Orano o Annaba – devono chiedere l’autorizzazione alla polizia locale otto giorni prima ed essere anche scortati. Anche per questo motivo nessuno dell’ambasciata può recarsi a casa di Boualem Sansal a Boumerdès, a 40 chilometri da Algeri. Non so se il signor Retailleau ci ascolta, ma gli suggerirei, a partire da lunedì, e spetta a lui, di decidere che d’ora in poi le persone dell’ambasciata e del consolato algerino a Parigi non potranno viaggiare in Francia senza permesso».
La cosa può sembrare formale, ma esistono dei precedenti quasi kafkiani. “In Algeria, se non hai questa autorizzazione e lasci Algeri, ti arrestano. Ed è già successo, anche se di recente: il numero 2 dell’ambasciata francese si è recato in Cabilia al momento degli incendi per ringraziare i vigili del fuoco francesi e, senza autorizzazione, è stato riportato ad Algeri manu militari. Il provvedimento riguarda anche i religiosi, l’arcivescovo di Algeri. Diciamo allora al rettore della moschea di Parigi che non potrà più recarsi in Francia senza autorizzazione.”. “È nel loro interesse, per la loro sicurezza, che non incontrino dei francesi che sarebbero i puzzi del colonialismo come lo formulano lì, e anche che non incontrino me», ironizza il diplomatico, bersaglio abituale dei media algerini.
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