Seguito in diretta dai media danesi, il viaggio di Donald Trump Junior a Nuuk, capitale della Groenlandia, martedì 7 gennaio, è stato breve. Venni “come turista”il figlio maggiore del neo-presidente degli Stati Uniti si è fermato appena cinque ore, il tempo di incontrare alcuni sostenitori locali e scattarsi un selfie davanti alla statua del missionario Hans Egede, fondatore di Nuuk nel 1728 e simbolo della colonizzazione degli Stati Uniti l’isola più grande del mondo dal Regno di Danimarca.
Se questa vorticosa visita del figlio di Donald Trump ha suscitato fastidio a Copenhagen, non è niente in confronto allo stupore suscitato dalle dichiarazioni del padre, nel corso di una conferenza stampa, organizzata lo stesso giorno, a West Palm Beach, in Florida. Non escludendo la presa della Groenlandia con la forza, il miliardario ha esclamato: “Non sappiamo nemmeno se la Danimarca abbia diritti legali su di essa, ma se li ha, deve rinunciarvi, perché ne abbiamo bisogno per ragioni di sicurezza nazionale. » Se Copenaghen si rifiuta di cedere, il presidente eletto si dice pronto a imporsi “dazi doganali molto alti sui prodotti danesi”.
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