Iran –
Roma chiede la liberazione del giornalista italiano arrestato
Giovedì Roma ha convocato l’ambasciatore iraniano per chiedere il “rilascio immediato” della giornalista italiana Cecilia Sala.
AFP
Pubblicato: 02.01.2025, 23:08 Aggiornato 59 minuti fa
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Il capo della diplomazia italiana Antonio Tajani ha convocato giovedì l’ambasciatore iraniano e Roma ha chiesto il “rilascio immediato” della giornalista Cecilia Sala, arrestata il 19 dicembre a Teheran durante un viaggio di lavoro.
Il governo italiano “conferma il proprio impegno nei confronti delle autorità iraniane per ottenere l’immediato rilascio di Cecilia Sala e, nell’attesa di questo, un trattamento rispettoso della dignità umana”, hanno affermato in serata i servizi del premier Giorgia Meloni .
Secondo la stampa italiana, la giornalista è in isolamento, costretta a dormire sul pavimento ed è stata privata degli occhiali.
“Condizioni di detenzione dignitose”
Questo chiarimento è arrivato al termine di un incontro di un’ora sulla vicenda convocato nel pomeriggio dal presidente del Consiglio Giorgia Meloni, alla presenza di Antonio Tajani, del suo omologo di Giustizia Carlo Nordio e dei vertici dei servizi segreti.
Anche Giorgia Meloni ha ricevuto nel pomeriggio nella sede del governo la madre del giornalista e ha parlato telefonicamente con il padre, precisa il comunicato.
A mezzogiorno, il segretario generale della Farnesina, Riccardo Guariglia, ricevendo l’ambasciatore iraniano Mohammad Reza Sabouri, “ha ribadito la richiesta” delle autorità italiane che il giornalista possa beneficiare di “condizioni di detenzione dignitose, nel rispetto della diritti umani”, si legge in un comunicato stampa diffuso al termine dell’incontro.
“Garantire la piena assistenza consolare”
All’ambasciatore è stato inoltre chiesto di “garantirgli piena assistenza consolare, consentendo all’ambasciata italiana a Teheran di visitarlo e fornirgli beni di conforto che finora gli sono stati negati” .
Giovedì sera Antonio Tajani ha annunciato che venerdì l’ambasciatore italiano a Teheran sarà a sua volta convocato alla Farnesina.
L’Iran ha confermato lunedì l’arresto del giornalista a Teheran il 19 dicembre, per aver “infranto le leggi” durante un soggiorno professionale con un visto giornalistico.
Un arresto “inaccettabile”.
Cecilia Sala, 29 anni, da allora si trova in una cella nel carcere di Evin a Teheran, secondo il suo datore di lavoro Chora Media, un sito che pubblica podcast. L’Italia aveva già denunciato venerdì un arresto “inaccettabile”.
Cecilia Sala, che lavora anche per il quotidiano Il Foglio, ha beneficiato dell’accesso consolare ed era in contatto con la sua famiglia, secondo le autorità iraniane.
La giovane, che sarebbe dovuta rientrare in Italia il 20 dicembre, è stata arrestata pochi giorni dopo gli arresti negli Stati Uniti e in Italia di due iraniani sospettati dalla giustizia americana di trasferimento di tecnologie sensibili.
“Esportare componenti elettronici sofisticati in Iran”
Mohammad Abedini, 38 anni, è stato arrestato a dicembre in Italia su richiesta delle autorità americane. Mahdi Mohammad Sadeghi, 42 anni e con doppia nazionalità, è incarcerato negli Stati Uniti.
La giustizia americana li ha formalmente accusati il 17 dicembre di “esportare componenti elettronici sofisticati in Iran”, in violazione delle normative statunitensi e delle sanzioni americane contro l’Iran.
Secondo il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti, questi componenti sono stati utilizzati durante un attacco di droni in Giordania che costò la vita a tre soldati statunitensi nel gennaio 2024. L’Iran ha negato qualsiasi coinvolgimento e ha respinto le accuse “infondate”.
Numerosi cittadini occidentali o con doppia cittadinanza detenuti in Iran
Una posizione ribadita giovedì in , detenuta nel carcere di Milano con false accuse, e Cecilia Sala, cittadina italiana detenuta in Iran per aver violato le leggi della Repubblica islamica dell’Iran.
L’ambasciata traccia così un parallelo tra i due casi e chiede che l’Italia “oltre ad accelerare il rilascio del cittadino iraniano detenuto, gli fornisca l’assistenza necessaria”.
Diversi cittadini occidentali o con doppia cittadinanza sono detenuti in Iran, come Cécile Kohler e Jacques Paris, una coppia francese incarcerata dal 2022 durante un soggiorno turistico e accusata dalle autorità di “spionaggio”, cosa che i loro parenti “confutano fermamente”.
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