La caduta del regime di Bashar al-Assad ha sollevato preoccupazioni tra la minoranza curda, che controlla il nord del Paese e oggi si trova intrappolata tra ribelli islamici e gruppi armati filo-turchi.
Pubblicato il 24/12/2024 10:05
Aggiornato il 24/12/2024 10:06
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In Siria, la caduta del regime di Bashar al-Assad preoccupa la minoranza curda, che controlla il nord del Paese e che oggi si trova nel mezzo del fuoco incrociato. Da un lato, le milizie sostenute dalla Turchia hanno ripreso l’offensiva per cacciarli dalle terre di confine. Dall'altro lato, un nuovo governo che non dà alcuna garanzia di sicurezza.
Il distretto di Cheikh Maqsoud, ad Aleppo, popolato da 500mila abitanti, oggi accoglie curdi come Mohamad, cacciati dalle terre più a nord. “Quando i gruppi ribelli sostenuti dalla Turchia entrarono nel mio villaggio, ha dettoci sono stati omicidi e rapimenti, solo perché erano curdi“Le denunce di abusi si moltiplicano, la pressione militare aumenta e la stanchezza aumenta”.Vogliamo che la Turchia se ne vada. Lasciaci in paceprotesta Mohamad”.
“Lasciate che i siriani risolvano i loro problemi. Non siamo terroristi.”
Mohamad, residente di Cheikh Maqsoudsu franceinfo
Inoltre la comunità non si sente protetta dal nuovo governo siriano. “Alcuni gruppi all’interno della coalizione ribelle hanno promesso di uccidere coloro che non seguono la legge della Sharia. Non accetteremo il radicalismo religioso“, spiega Évine Slemane, rappresentante di Cheikh Maqsoud, lei stessa è un bersaglio. Per il momento, il nuovo leader chiede solo a tutte le fazioni di consegnare le armi.
Vien, capelli neri tirati indietro e kalashnikov in spalla, fa parte delle forze di sicurezza che proteggono l'enclave. “SSe avremo la garanzia che i nostri diritti siano preservati, ovviamente consegneremo le nostre armi, ma fino ad ora non abbiamo avuto alcuna garanzia, nota. Se ci attaccano, ci difenderemo fino all'ultima goccia del nostro sangue“I curdi, però, dicono di voler favorire una soluzione politica e chiedono che la loro cultura, la loro lingua e le loro terre siano tutelate dalla futura Costituzione.
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