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Sudan: paramilitari accusati di diffuse violenze sessuali

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In un rapporto pubblicato questo lunedì, l’organizzazione per i diritti umani Human Rights Watch afferma di aver documentato dozzine di casi che coinvolgono donne e ragazze, di età compresa tra 7 e 50 anni, vittime di violenza sessuale, compresi stupri di gruppo e schiavitù sessuale nel Sud Kordofan dilaniato dal conflitto. Il Sudan è devastato da oltre un anno e mezzo di guerra tra due generali rivali.

Il Kordofan del Sud è in gran parte controllato dal Movimento di Liberazione del Popolo del Sudan del Nord (SPLM-N), un gruppo ribelle armato che controlla i Monti Nuba del Sudan e parti dello Stato del Nilo Azzurro.

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La RSF, che dall’aprile 2023 combatte l’esercito regolare del generale Abdel Fattah al-Burhane, si trova a fronteggiare anche l’SPLM-N per il controllo della regione.

“Grave violazione del diritto umanitario”

Secondo HRW, molte vittime hanno subito stupri di gruppo nelle loro case o in quelle dei vicini, spesso davanti alle loro famiglie, mentre alcune sono state rapite e tenute come schiave.

Una sopravvissuta di 35 anni della tribù Nouba ha raccontato di essere stata violentata da sei combattenti della RSF, che hanno preso d’assalto la sua proprietà di famiglia e ucciso suo marito e suo figlio quando hanno cercato di intervenire. “Hanno continuato a violentarmi, tutti e sei”, ha detto.

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Un altro sopravvissuto, di 18 anni, ha raccontato di essere stato portato a febbraio insieme ad altre 17 persone in una base militare, dove si sono unite ad altre 33 donne e ragazze detenute. Il gruppo di prigionieri sarebbe stato incatenato e violentato ogni giorno per tre mesi.

HRW ha definito la violenza “una grave violazione del diritto umanitario”, esortando le Nazioni Unite e l’Unione africana ad “agire con urgenza per aiutare i sopravvissuti, proteggere altre donne e ragazze e garantire giustizia per questi crimini atroci”.

“Questa violenza sessuale, che costituisce un crimine di guerra, evidenzia l’urgente necessità di un’azione internazionale significativa per proteggere i civili e garantire la giustizia”, ha affermato la ONG nel suo rapporto.

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