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L’Europa deve rafforzare la propria industria per riconquistare la propria sovranità

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L’industria europea degli armamenti fatica ad allinearsi alle dinamiche globali. Tra dipendenza dalle importazioni e lunghi tempi di produzione, fatica a convertire l’aumento dei budget militari in una crescita significativa. Con l’intensificarsi delle tensioni geopolitiche, sia in Ucraina, a Gaza o nel Mar Cinese, questa lentezza strutturale minaccia l’autonomia strategica dell’Unione Europea.

Europa: stagnazione preoccupante malgrado i bilanci in aumento

I budget militari europei hanno registrato un aumento impressionante del 31% dal 2021, raggiungendo i 326 miliardi di euro nel 2024. Tuttavia, i 27 produttori europei tra i primi 100 produttori militari del mondo stanno registrando una crescita quasi inesistente, con un aumento solo dello 0,2% nel 2023. In questione: la complessità dei sistemi d’arma prodotti nel continente. Questi equipaggiamenti sofisticati, come gli aerei da combattimento e i sistemi di difesa avanzati, richiedono tempi di produzione lunghi e limitano la risposta a una domanda significativa.
Nonostante sforzi come quelli del gruppo francese Nexter, che ha ridotto drasticamente i tempi di produzione del cannone Caesar, l’industria fatica a tenere il passo con i suoi ben più agili concorrenti internazionali.

Sebbene l’Europa investa massicciamente nella sua difesa, rimane dipendente dalle armi straniere. Nel 2023, il 78% delle acquisizioni militari dell’Unione Europea sono state effettuate al di fuori dei suoi confini, di cui il 63% dagli Stati Uniti..
Diego De Ojeda Garcia Pardo, capo dell’unità incaricata di coordinare la politica di difesa e sicurezza a Bruxelles, riassume questa debolezza: “ Non abbiamo né i soldi, né le scorte, né le capacità produttiveN. » Questa dipendenza espone l’Europa a rischi, soprattutto in caso di interruzione dell’approvvigionamento.

I concorrenti, motori della crescita globale

Mentre l’Europa ristagna, altre regioni stanno facendo passi da gigante. Negli Stati Uniti, ovviamente, i 41 produttori tra i primi 100 hanno registrato una crescita del 2,5%, con ricavi che hanno raggiunto un picco di 317 miliardi di dollari nel 2023. In Asia le performance sono ancora più impressionanti e soprattutto… in Corea del Sud! Le aziende sudcoreane, sostenute da importanti contratti in particolare con la Polonia, ha visto i suoi ricavi aumentare del 39%, raggiungendo gli 11 miliardi di dollari.

Di fronte a questa situazione allarmante, l’Unione europea sta pianificando delle misure. Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea, ha annunciato la stesura di un Libro bianco sulla difesa, con un budget stimato in 500 miliardi di euro. Questo piano mira a rafforzare le capacità produttive e ridurre la dipendenza dalle importazioni.
Basteranno però queste iniziative a rilanciare un settore che sembra intrappolato nella propria inerzia? In un mondo sempre più instabile, l’Europa non ha altra scelta che trasformare le sue promesse in azioni concrete.

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