Domenica il parlamento iracheno esaminerà diversi emendamenti legislativi controversi, tra cui un disegno di legge che regola gli affari familiari, dopo le proteste della società civile e i timori di un possibile aumento dei matrimoni minorenni.
In un Iraq multireligioso e multietnico, la modifica della Legge sullo status personale consentirebbe agli iracheni di scegliere tra le norme delle autorità religiose e quelle dello Stato per gestire i propri affari familiari, in materia di unione, eredità, divorzio e figli. custodia.
I critici temevano l’abolizione per le donne musulmane dell’età legale del matrimonio fissata a 18 anni dalla legge attuale – 15 anni con il consenso dei tutori legali e di un giudice – aprendo la strada alla giurisprudenza islamica che facilita il matrimonio di minorenni, forse anche giovani come nove anni.
Il testo rivisto della legge che sarà esaminato domenica fissa l’età minima per il matrimonio a 15 anni con l’autorizzazione del tribunale e mantiene “le stesse condizioni” della legislazione attuale, ha assicurato all’AFP il deputato Raëd al-Maliki, portatore della progetto.
Secondo questo emendamento, le coppie potrebbero scegliere di fare affidamento sulle regole della sharia sciita o sunnita.
Se il testo verrà votato, i dignitari religiosi e i giuristi avranno quattro mesi per mettere in atto norme specifiche per ciascuna comunità. Il Parlamento voterà nuovamente per ratificare queste disposizioni.
Per il testo della legge sono state organizzate due letture in Parlamento, anche se in passato il voto è già stato rinviato.
Una prima versione è stata criticata dalle femministe e dalla società civile.
Lo scorso ottobre, Amnesty International temeva che i cambiamenti avrebbero aperto “la porta alla legalizzazione dei matrimoni non registrati, spesso utilizzati per aggirare il divieto dei matrimoni precoci”.
Allo stesso modo, la ONG temeva la rimozione delle “protezioni cruciali per le donne divorziate”.
L’ordine del giorno del Parlamento per la sua sessione domenicale prevede un voto sul disegno di legge sullo status personale e un altro emendamento relativo ad una legge sull’amnistia generale.
In un Paese traumatizzato dagli abusi jihadisti, da questa amnistia sono escluse le condanne in casi classificati come “terroristici”.
L’amnistia coprirà il periodo dal 2016 al 2024 e ne potranno beneficiare i condannati per consumo di droga, ma non i trafficanti, secondo Maliki.
Sono esclusi anche i casi di stupro, incesto, tratta di esseri umani o rapimento.
Secondo il deputato, le condanne pronunciate sulla base di informazioni fornite da un informatore segreto potrebbero beneficiare di una nuova sentenza.
Secondo lui, la precedente amnistia del 2016 aveva colpito 150.000 persone.
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