Insegnanti, infermieri, assistenti sociali, bibliotecari… Ora possono respirare. Sostenuto dai Democratici svedesi (SD, estrema destra), il governo liberal-conservatore non li costringerà a denunciare gli immigrati privi di documenti incontrati nell'esercizio della loro professione. È questa la lezione principale dell'indagine governativa presentata martedì 26 novembre, alla presenza del ministro dell'Immigrazione, Johan Forssell, dall'ex magistrato della Corte d'appello di Stoccolma, Anita Linder.
Come possiamo vedere questo come qualcosa di diverso da un enorme affronto per i Democratici svedesi? Dal 2010 e dal suo ingresso in Parlamento, il partito si batte affinché i dipendenti comunali e regionali, nonché i dipendenti pubblici delle agenzie governative, siano costretti a denunciare gli immigrati clandestini alla polizia. Una misura che il partito di estrema destra è stato il solo a difendere, fino all’autunno del 2022 e alla sua alleanza con i conservatori, i democristiani e i liberali.
Nell’accordo di coalizione, noto come “Tidö”, firmato il 14 ottobre 2022 dai quattro partiti, vige il principio di una «obbligo d'informazione»presentata come una delle misure di punta del “cambio di paradigma” annunciato dalla maggioranza, nei settori dell’immigrazione e dell’asilo. I partner della coalizione volevano imporlo ai comuni, responsabili della gestione delle scuole e dei servizi sociali, e alle 400 agenzie governative. Unica eccezione prevista: il settore sanitario.
“I rischi erano troppo grandi”
Ma prima è stata necessaria un’indagine governativa per determinare i contorni della futura legge. Ora, sorpresa: nelle sue conclusioni, presentate martedì, raccomanda che i dipendenti di soli sei enti – l’ufficio delle imposte, la previdenza sociale, l’agenzia di recupero crediti, l’agenzia nazionale per l’impiego, il servizio penitenziario e di libertà vigilata svedese e l’agenzia delle pensioni – sono costretti a contattare la polizia, che può trasmettere le informazioni ai servizi di immigrazione e di intelligence.
È escluso il personale degli istituti scolastici, dei servizi sanitari, delle biblioteche e dei servizi sociali. “I rischi erano troppo grandi”ha osservato MMe Linder: che le persone in situazione irregolare non osino più farsi curare o mandare i propri figli a scuola, per paura di essere denunciate; inoltre, che la Svezia non rispetti più i suoi obblighi internazionali, inclusa la Convenzione sui diritti dell’infanzia, e le sue stesse leggi.
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