Su “Les Echos”, la segretaria generale del sindacato, Sophie Binet, aumenta la sua stima sulla portata della crisi, soprattutto nell'industria, e critica la politica di approvvigionamento guidata da Emmanuel Macron.
Pubblicato il 27/11/2024 09:47
Aggiornato il 27/11/2024 10:37
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Un massacro sociale in arrivo in Francia? La segretaria generale della CGT, Sophie Binet, avverte di a “fortissima accelerazione del peggioramento della situazione” in termini di piani sociali, soprattutto nell'industria, ma anche in altri settori, in un'intervista a Echipubblicato mercoledì 27 novembre. Secondo lei sono a rischio fino a 200.000 posti di lavoro.
Sophie Binet ora evoca “quasi 250 piani di cassa integrazione in preparazione, che interesseranno tra 170.000 e 200.000 posti di lavoro”secondo un conteggio effettuato da “raccolte dai nostri attivisti”. In aumento rispetto alla stima menzionata a maggio di 130 piani sociali che rappresentano 33.021 posti di lavoro diretti eliminati o “altamente minacciato”poi che, all'inizio di novembre, sono stati colpiti quasi 200 piani sociali e 150.000 posti di lavoro.
Questo conteggio riguarda, non a caso, settori in crisi come quello automobilistico e aerospaziale, ma anche la grande distribuzione, secondo il capo del sindacato. Lei teme “un’onda di marea” nei mesi a venire, e conseguenze a cascata: “Questi piani si realizzano soprattutto nelle grandi aziende, la ristrutturazione rischia di avere conseguenze sui piccoli subappaltatori, che sono molto più numerosi”avverte.
Sophie Binet contesta anche la politica dal lato dell’offerta perseguita fin dal primo mandato quinquennale di Emmanuel Macron. “un naufragio politico”secondo lei. Lei sostiene diverse misure di emergenza, come ad esempio “un ritorno ai prezzi regolamentati” energia per l’industria, “che tiene conto del costo di produzione” e gli investimenti necessari per il rilancio dell'energia nucleare; l’istituzione da parte dell’Europa di barriere doganali “più protettivo” ; ma anche “un rafforzamento della legge Florange”che impone al datore di lavoro di cercare un acquirente in caso di chiusura programmata, e la sua estensione alle PMI con 50 o più dipendenti.