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La giustizia richiede l’ergastolo nel simbolico processo di femminicidio che ha sconvolto l’Italia

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Lunedì la Procura di Venezia ha chiesto l’ergastolo nel processo contro un uomo autore di un femminicidio che ha sconvolto l’Italia. Centinaia di migliaia di persone sono scese in piazza per denunciare la sopravvivenza del “patriarcato”. L’accusa dell’accusa arriva, guarda caso, in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne.

Filippo Turetta è sotto processo per l’assassinio, avvenuto nel novembre 2023, della sua ex fidanzata, Giulia Cecchettin, una studentessa di 22 anni il cui corpo è stato ritrovato in un burrone con decine di coltellate. Il pubblico ministero, Andrea Petroni, ha sottolineato che la sentenza richiesta si basa solo sui fatti e non nasce da “riflessioni sui femminicidi e sulla Giornata contro la violenza sulle donne”. “Non li consideriamo appropriati in un tribunale”, ha affermato.

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84 femminicidi in Italia nel 2024

La sentenza è attesa per il 3 dicembre. Senza menzionare questa vicenda, il capo del governo Giorgia Meloni ha castigato sul suo conto X la “piaga sociale e culturale” che costituisce la violenza contro le donne. Una settimana fa, il ministro dell’Istruzione ha suscitato polemiche affermando che “il patriarcato non esiste più” e attribuendo la violenza contro le donne all’immigrazione.

Lunedì il tribunale di Milano ha condannato all’ergastolo anche un altro uomo, Alessandro Impagnatiello, per l’omicidio nel maggio 2023 della sua fidanzata, Giulia Tramontano, allora incinta di sette mesi.

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Una manifestazione contro la violenza sulle donne ha riunito sabato migliaia di persone nel centro di Roma. “Siamo il grido, forte e feroce, di tutte queste donne che non hanno più voce”, hanno cantato le partecipanti. Il Viminale ha registrato 84 femminicidi dall’inizio dell’anno in Italia, dopo i 96 del 2023 e i 106 del 2022.

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