Juan Carlos I, 86 anni, è ancora una volta oggetto di controversia. L’ex re di Spagna, in esilio ad Abu Dhabi dal 2020, è oggetto di una denuncia sporta da ex magistrati e personaggi pubblici. Mettono in discussione le regolarizzazioni fiscali effettuate tra il 2014 e il 2018. Un periodo durante il quale diversi milioni di euro di entrate provenienti da donazioni di monarchie del Golfo, uomini d’affari o anche viaggi privati sarebbero stati omessi nelle dichiarazioni dei redditi.
Ma per José Antonio Martín Pallín, ex alto magistrato della Corte Suprema e uno dei ricorrenti, questo non basta: “In uno Stato democratico, l’ultima parola spetta sempre a un tribunale, in questo caso alla Corte Suprema”, ha affermato. dichiarato al canale TVE. Il gruppo dei ricorrenti, composto da magistrati, filosofi e giornalisti, non chiede la pena detentiva. “Non abbiamo il minimo interesse che vengano pronunciate condanne al carcere o che qualcuno vada in prigione. Ciò che chiediamo è che la sanzione prevista dalla legge venga applicata al livello massimo”, ha affermato Martín Pallín.
Questa nuova denuncia evidenzia ancora una volta le zone grigie che circondano le finanze dell’ex re e ravviva il dibattito sulla sua eredità e sul suo ruolo nella storia moderna della Spagna.
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