In un contesto che favorisce l’arresto degli americani e dei cittadini con doppia nazionalità presenti sul territorio russo, il Ministero degli Affari Esteri russo ha affermato di avere una lista di 70 russi che desidera rilasciare, tra cui spie e uomini d’affari che hanno tentato di eludere le sanzioni imposte da parte degli Stati Uniti. Cittadini che il Cremlino intende riportare a casa, secondo il famoso adagio eretto a regola ultima dai servizi di sicurezza: “Non abbandoneremo il nostro”.
In Russia, la moglie di un prigioniero politico racconta la sua dura prova: “Artem sarà trascinato di città in città in condizioni terribili”. Secondo l’ONG Memorial, in
Evitate di fare il gioco del Cremlino
Questa prospettiva di scambio ha fatto rapidamente il giro delle carceri e dei parenti dei prigionieri politici, molti dei quali sperano di poter riconquistare la libertà prima della fine della pena.
Scambio di prigionieri: “missione compiuta” per Vladimir Putin
Il 1° agosto Russia e Stati Uniti avevano già organizzato uno scambio unico dalla caduta dell’URSS. Ventisei prigionieri: criminali e spie russi talvolta detenuti in Europa; Gli americani detenuti a Mosca e i prigionieri politici russi avevano ritrovato la libertà. Questo approccio ha sorpreso l’opposizione al Cremlino, che a volte si è mostrata scettica sull’idea di espellere i cittadini russi… dalla Russia. Insomma, fare il gioco dei “cattivi cittadini” e della teoria della “quinta colonna” su cui si basa Vladimir Putin per giustificare la repressione di chi non sostiene le sue azioni.
Prigionieri che preferiscono restare così
Tanto più che secondo la regola non viene richiesto il parere dei detenuti, che una volta iscritti nella lista comune non hanno la scelta se essere rilasciati o meno; Quest’estate questa regola aveva esasperato l’avversario Ilia Iachine, scambiato e ora in esilio in Germania. Questo oppositore politico di Putin aveva dichiarato pubblicamente di pentirsi di essere stato scambiato, sapendo che la sua voce non avrebbe più avuto voce tra i russi una volta in Europa, che sarebbe stato in qualche modo “demonetizzato”. Di fronte ai prigionieri resi “cari” da Vladimir Putin, è stato il “valore” di Ilia Iachine a permettere questo scambio.
La giustizia russa al centro della repressione: “Come può essere un agente straniero quando è in carcere da quasi due anni?”
Il sociologo Boris Kagarlitsky è stato condannato a cinque anni di prigione dopo aver commentato positivamente online l’attacco al ponte di Crimea da parte dell’Ucraina nel 2022. Dopo aver appreso della possibilità di uno scambio, si è affrettato a parlare. “Ripeto, non desidero essere inserito in una lista. Se avessi voluto emigrare, lo avrei fatto io stesso, prima […] Se un governo straniero accetta di commerciarmi, gli farò causa per rapimento” ha scritto dalla sua prigione. Anche Yaroslav Shirshikov, un comunicatore condannato alla stessa pena per una pubblicazione online, ha scritto una lettera per affermare il suo rifiuto di essere scambiato. Presume, “Se restare nella mia terra natale per sostenerla in questi tempi difficili significa restare in prigione, rimarrò lì”.
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