Donald Trump continua il suo casting. Il neoeletto presidente americano intende nominare segretario di Stato il senatore repubblicano della Florida Marco Rubio, ha riferito lunedì il New York Times, citando “tre persone che hanno familiarità con il suo pensiero”. L'influente senatore di origine cubana, vicepresidente della commissione d'intelligence del Senato, un tempo era stato candidato a diventare il vicepresidente di Donald Trump, indica il quotidiano secondo cui il futuro presidente “potrebbe ancora cambiare la sua posizione per ultimo”. minuto preavviso'.
Se questa nomina venisse confermata, segnerebbe una spettacolare svolta da parte di Marco Rubio. Nel 2016, affrontando Donald Trump alle primarie repubblicane, definì il miliardario un “truffatore” e “la persona più volgare che abbia mai aspirato alla presidenza”. Il senatore ha dichiarato la scorsa settimana alla CNN di essere “sempre interessato a servire questo Paese”.
Senatore della Florida dal 2010, Marco Rubio viene presentato dalla Cnn come uno con “grande esperienza in politica estera”. In particolare perché dal 2017 fa parte della Commissione Affari Esteri della Camera alta americana e perché è membro della Commissione Intelligence Speciale del Senato.
La sua linea in politica estera è “dura”, secondo il New York Times. Nei confronti di Cina e Iran, due avversari degli Stati Uniti sul piano internazionale, ma anche nei confronti dell'Ucraina e del conflitto contro la Russia. Su quest’ultimo punto sembra concordare con il discorso di Donald Trump, che durante la campagna aveva promesso di porre fine alla guerra “in 24 ore”.
“L’amministrazione Biden non lo ammette pubblicamente, ma gli Stati Uniti stanno finanziando la situazione di stallo in Ucraina. È ora di mostrare buon senso”, ha scritto in particolare sul social network Lo scorso aprile si è opposto a un pacchetto di spese americane volto in particolare a sostenere Kiev e Israele.
Sulla questione cinese, Marco Rubio vede l'influenza di Pechino – anche all'interno degli stessi Stati Uniti – come una “minaccia”. Nel 2020 è stato sanzionato dalla Cina per “essersi comportato male su questioni relative a Hong Kong” insieme ad altri legislatori, ricorda il New York Times. Funzionari americani citati dal famoso quotidiano ritengono che Pechino dovrà revocare queste sanzioni per poter collaborare con Marco Rubio. Interrogata sulla questione dal New York Times, l'ambasciata cinese negli Stati Uniti per il momento non ha risposto.
Se Donald Trump sembra aver messo gli occhi su Marco Rubio nonostante i disaccordi del 2016, è anche perché è diventato un “alleato chiave” del presidente eletto durante il suo primo mandato, come osserva Politico. Nel 2020, il senatore della Florida lo ha anche aiutato informalmente a preparare il suo primo dibattito contro Joe Biden.
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