Secondo un rapporto pubblicato venerdì, oltre 33 milioni di nigeriani patiranno la fame l’anno prossimo, una cifra in forte aumento a causa dell’impennata dei prezzi dei prodotti alimentari e dell’esacerbazione degli effetti della guerra e del cambiamento climatico.
Il rapporto “Cadre Harmonisé”, redatto da funzionari nigeriani, agenzie delle Nazioni Unite e grandi ONG umanitarie, fa il punto due volte all’anno sulla situazione nutrizionale in 26 stati di crisi nella Nigeria settentrionale e centrale.
Secondo i dati più recenti, 25,1 milioni di nigeriani stanno già sperimentando una “acuta insicurezza alimentare”, anche nel picco della stagione del raccolto di quest’anno, a seguito delle inondazioni e dell’impennata dei prezzi.
Si prevede che questa cifra aumenterà fino a 33,1 milioni l’anno prossimo, poiché il crollo della naira (la valuta della Nigeria) fa ulteriormente salire i prezzi delle importazioni di prodotti alimentari e la fine dei sussidi per il carburante rende la loro consegna e distribuzione costosa.
“Circa 5,4 milioni di bambini e quasi 800.000 donne incinte o che allattano sono a rischio di grave malnutrizione o degenerazione in sei degli Stati più colpiti”, sottolinea un comunicato stampa del Programma alimentare mondiale (WFP). “Tra questi, circa 1,8 milioni di bambini potrebbero soffrire di malnutrizione acuta grave e necessitare di cure nutrizionali salvavita”.
La Nigeria nord-orientale è devastata dalle insurrezioni islamiste dal 2009 e bande di banditi e rapitori operano in tutto il nord del paese. Allo stesso tempo, il cambiamento climatico e la deforestazione hanno reso la regione più arida. La violenza e la desertificazione hanno portato anche a rivalità talvolta violente tra comunità agricole e pastori nomadi.
Queste sfide a lungo termine esistono da molto tempo, ma lo stato dell’economia nigeriana ha avuto un ruolo nell’aumento dei prezzi dei prodotti alimentari. Il rapporto cita la continua svalutazione della valuta nigeriana rispetto al dollaro e la decisione del presidente Bola Tinubu dello scorso anno di abolire un sussidio per il carburante vecchio di decenni. Un anno dopo, nel giugno 2024, l’inflazione dei prezzi alimentari su base annua ha raggiunto il 40,9%.
Secondo l’Ufficio nazionale di statistica, tra ottobre 2023 e ottobre 2024 il prezzo dei fagioli è aumentato del 282% e quello del riso coltivato localmente del 153%. Poi, il mese scorso, piogge torrenziali e gravi inondazioni hanno devastato una parte della Nigeria centrale, compresi 1,6 milioni di ettari di terreno agricolo, secondo le stime della FAO (Organizzazione per l’Alimentazione e l’Agricoltura) delle Nazioni Unite.
“Le perdite annuali combinate nella produzione di mais, sorgo e riso nelle aree inondate potrebbero raggiungere 1,1 milioni di tonnellate. Ciò consente di nutrire 13 milioni di persone per un anno”, si legge nel comunicato stampa. Il governo di Tinubu ha risposto alla carenza di cibo e all’inflazione sospendendo temporaneamente le tasse doganali su alcune importazioni.
Le Nazioni Unite hanno esortato i donatori stranieri e il governo nigeriano a fare di più per arginare la crisi.
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