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Marc Fesneau (Modem) vuole “salvare le pensioni più piccole” dalla deindicizzazione e contrastare le scappatoie fiscali – Libération

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In un’intervista a “Echos”, questa domenica, 13 ottobre, il presidente del gruppo centrista all’Assemblea annuncia che presenterà emendamenti per indicizzare le pensioni più piccole all’inflazione a partire dal 1° gennaio.

Se i macronisti gridano contro l’aumento delle tasse, il Modem attacca invece il progetto di bilancio della sua sinistra, con una serie di proposte scioccanti: mantenere l’indicizzazione delle piccole pensioni, restringere alcune nicchie di cui beneficiano imprese e famiglie, senza dimenticare una espansione dell’imposta sul patrimonio immobiliare. In un’intervista con Echiquesta domenica, 13 ottobre, Marc Fesneau, presidente del gruppo democratico all’Assemblea (ovvero 34 deputati, in maggioranza Modem, alleati di principio dei macronisti), annuncia che presenterà emendamenti per indicizzare le pensioni più piccole a partire dal 1° gennaio. , mentre il governo Barnier vuole rinviare al 1° luglio l’indicizzazione di tutte le pensioni. Le sue riserve sul progetto di bilancio presentato giovedì non si fermano qui. Il Modem vuole anche aumentare la “flat tax”, la riduzione dei redditi finanziari introdotta da Emmanuel Macron al momento della sua elezione, e riorientare il credito d’imposta per la ricerca, una delle principali nicchie fiscali per le imprese, finora risparmiata dall’aumento del bilancio fiscale . Ancora qualche intoppo all’interno dell’alleanza LR-Ensemble sulla legge finanziaria per il 2025, che arriva questo mercoledì in commissione Finanze dell’Assemblea.

Segno che l’ex maggioranza presidenziale sta prendendo un po’ d’acqua, Marc Fesneau esordisce con una frecciata ai suoi colleghi ex ministri macronie. Lui “è sorpreso” recensioni “formulato da ex membri del governo e dai partiti che compongono l’attuale coalizione”Mentre “Lo slittamento osservato dovrebbe incoraggiarci tutti a essere modesti, a non arrenderci e a proporre soluzioni credibili e responsabili”. Questo per quanto riguarda gli attacchi virulenti portati avanti nei giorni scorsi da Gabriel Attal e Gérald Darmanin contro l’aumento delle tasse nel bilancio di Michel Barnier. In un’intervista con JDD domenica, il presidente di Modem François Bayrou ci riprova. “Sarebbe strano che la vecchia maggioranza criticasse il nuovo governo per lo sforzo di correggere un primato che in realtà le appartiene”.

Il credito d’imposta è nel mirino

Soprattutto, Marc Fesneau compie un nuovo passo nello svelare i pilastri del macronismo, annunciando di voler ridurre, durante il dibattito parlamentare, diverse nicchie di cui beneficiano le imprese. Innanzitutto dice di avere “un dubbio sul ritorno di 8 miliardi di euro previsto dalla sovrattassa su 400 grandi imprese”. In altre parole, lo considera insufficiente o il suo obiettivo troppo limitato. Inoltre, annuncia che lo vuole “andare oltre sulla flat tax unica, sulla tassazione della cessione dei contratti di assicurazione sulla vita e sulla tassazione delle plusvalenze da trasferimenti infragruppo (“nicchia Copé”). Ovviamente la tassa eccezionale e temporanea sui più ricchi, che colpirà solo 24.300 famiglie, non basta.

Alcune altre nicchie incluse nel mirino del Modem. «Dobbiamo guardare anche al credito d’imposta per la ricerca (CIR), che è uno strumento molto bello ma molto costoso e che sicuramente possiamo riorientare un po’. Ciò deve essere fatto anche per tutte le nicchie fiscali. Presenteremo anche un certo numero di proposte sulla tassazione degli alloggi.” E citare “una riforma delle plusvalenze immobiliari, il cui sistema di esenzioni, oggi, porta a trattenere la proprietà mentre molti nostri concittadini non riescono a trovare un alloggio”. Un’allusione alla riduzione della tassazione di queste plusvalenze a seconda del periodo di detenzione.

Modem spera di costruire maggioranze con la sinistra

Si rompe anche un tabù dell’ex maggioranza presidenziale: un ripristino parziale dell’ISF sui beni non immobiliari. “Vogliamo avviare un dibattito parlamentare sulla portata dell’imposta sulla ricchezza immobiliare, che ha sostituito l’ISF nel 2018. Questa era la nostra posizione dal 2017: non dobbiamo tornare all’ISF, ma questo IFI deve essere migliorato in modo da non non si tratterà più di un’imposta sulla ricchezza immobiliare, ma sulla ricchezza improduttiva, integrando asset che hanno un impatto limitato sull’economia produttiva.

Anche Marc Fesneau spera di trovare una maggioranza sulle sue proposte con il sostegno della sinistra. “Si parla da tempo di giustizia fiscale. Quindi penso che possiamo trovare punti di convergenza sul lato delle entrate. A condizione che ognuno non rimanga fermo sulle proprie posizioni, altrimenti dimostreremo la nostra impotenza parlamentare. Troviamo la convergenza, ma mantenendo la traiettoria proposta e puntando all’efficienza fiscale”. Quanto all’aumento dell’imposta sull’energia elettrica, lo approva senza riserve, così come l’ulteriore taglio di 5 miliardi sui crediti dei ministeri che il governo sta valutando. Con una proposta di Modem riduci le spese di formazione professionale. Il 49,3? Inevitabile sulla parte spese, si rammarica.

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