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Bruno Retailleau “non esclude a priori alcuna soluzione”

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Il ministro degli Interni Bruno Retailleau ha sottolineato, giovedì 10 ottobre a Lussemburgo, che lui “non deviare[ait] nessuna soluzione a priori »ha sottolineato riguardo ai centri di trasferimento dei migranti illegali al di fuori dell’Unione europea (UE). “Occorre utilizzare tutte le soluzioni innovative”ha detto riguardo a questa proposta. Il ministro, però, ha chiarito che tale misura non può applicarsi “richiedenti asilo” in Francia, per conto di “ordine costituzionale”.

I ministri degli Interni dell’UE si incontreranno giovedì a Lussemburgo per un pranzo di lavoro per discutere di questa proposta infiammabile. Difesi dall’Ungheria o dall’Italia, questi “hub di ritorno” sono solo una semplice strada e non un’iniziativa concreta in questa fase. La discussione difficilmente avrà successo, secondo fonti diplomatiche contattate dall’Agence France-Presse, ma illustra l’irrigidimento dei toni sull’immigrazione in Europa, segnato dall’ascesa dell’estrema destra.

Pressioni per una revisione della “direttiva rimpatri”

Questi “hub” si ispirano al controverso accordo concluso dal governo di Giorgia Meloni, leader del partito post-fascista Fratelli d’Italia, con l’Albania, secondo cui due centri accoglieranno i migranti arrestati nelle acque italiane. Ricordano anche il piano abbandonato dal Regno Unito di espellere in gruppi in Ruanda i migranti arrivati ​​illegalmente nel Regno Unito.

L’immigrazione sarà anche all’ordine del giorno del vertice del 17 e 18 ottobre a Bruxelles, dove i capi di Stato e di governo dovranno affrontare il rafforzamento dei controlli alle frontiere esterne dell’Ue e l’accelerazione dei rimpatri. Sul piano legislativo, tuttavia, il tema sembrava delineato dopo l’adozione, a metà maggio, del patto su migrazione e asilo, che rafforza i controlli e istituisce un meccanismo di solidarietà tra i Ventisette nel tenere conto della responsabilità per richiedenti asilo.

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Anche in Lussemburgo Bruno Retailleau ne ha chiesto l’attuazione “anticipato se possibile” di pochi mesi del “Patto Asilo e Migrazione”, siglato a maggio e la cui entrata in vigore è prevista per la metà del 2026. Molti stati stanno già spingendo per andare oltre questo testo: appena il patto è stato siglato, una quindicina di paesi, tra cui Grecia e Italia, avevano chiesto una politica di espulsione “più efficiente”Chi ” Potevo “ includere “meccanismi” Di «mozzi» fuori Europa.

In Lussemburgo, Bruno Retailleau ha insistito anche sulla revisione della “direttiva rimpatri” del 2008, la legislazione europea che armonizza le norme in materia di espulsione alle frontiere. Il ministro francese accusa questo testo di fare “quasi impossibile” ritorni dei migranti. Ha chiesto che fosse rivisto “nei prossimi mesi”notando a «convergenza» sull’argomento all’interno dell’Unione Europea.

In effetti, diversi paesi europei chiedono tale revisione. Una recente nota dei Paesi Bassi e dell’Austria sull’argomento ha ricevuto il sostegno di Germania e Francia “facilitare” et “accelerare” ritorna. All’inizio della settimana, l’Ungheria del nazionalista Viktor Orban ha chiesto a Bruxelles un’esenzione dalle norme Ue sull’asilo, seguendo l’esempio dei Paesi Bassi, anche se questa procedura difficilmente avrà successo.

Secondo Eurostat, nel 2023, 484.160 cittadini di paesi terzi hanno ricevuto l’ordine di lasciare l’UE e 91.465 (18,9%) sono stati effettivamente rimpatriati.

Il mondo con l’AFP

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