L’Algeria ha espresso il desiderio di rivedere l’accordo di associazione con l’Unione europea, ritenendo che debba essere più giusto per entrambe le parti. Lo ha affermato il ministro degli Esteri, Ahmed Attaf, durante la celebrazione della Giornata nazionale della diplomazia. L’Algeria aspira ad un partenariato equilibrato e proficuo, libero da restrizioni e ostacoli, che promuova lo sviluppo economico sostenibile.
L’insistenza algerina sulla revisione dell’accordo, firmato nel 2002 e attuato dal 2005, riflette una persistente insoddisfazione. Secondo i leader algerini, l’accordo non ha stimolato gli investimenti esteri né promosso l’occupazione e la crescita economica nel Paese. Il presidente Abdelmadjid Tebboune ha precisato che i negoziati per la revisione inizieranno nel 2025, in uno spirito di flessibilità e amicizia.
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L’approccio dell’Algeria potrebbe, tuttavia, sorprendere e rivelarsi problematico data la sua attuale situazione economica e il suo panorama politico. L’economia algerina mostra segnali di rallentamento, segnata dalla dipendenza dagli idrocarburi e dalla debolezza degli investimenti esteri. Queste difficoltà sono accentuate da un contesto politico segnato da un deficit democratico e da una diplomazia tesa con diversi stati, compresi i suoi vicini, Francia, Spagna, nonché da una fredda relazione con la Russia. La revisione dell’accordo con l’UE può quindi essere vista come un tentativo di porre rimedio ai problemi interni, ma si scontra con una politica considerata rischiosa dalle istituzioni internazionali a causa dei problemi socio-economici che il Paese attraversa da diversi anni.
L’approccio algerino alla revisione dell’accordo di associazione con l’Unione Europea, pur giustificato dalla necessità di stabilire un partenariato più favorevole, riflette anche le sfide economiche e diplomatiche che gravano sul Paese, che si isola sempre più sulla scena internazionale.
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