CRONACA – Ogni settimana, per Le Figaroil nostro editorialista guarda con ironia alla notizia. Oggi immagina la reazione degli eletti ribelli dopo la morte del leader di Hezbollah.
Ci sono uomini che, quando scompaiono, lasciano un vuoto immenso. Uomini che lasciano il segno nei cuori e nelle menti, che iscrivono le loro azioni nella scia dei giusti. Hassan Nasrallah era di questo calibro. Venerato in tutto il mondo, da Teheran a Sciences Po passando per la Columbia, Baghdad e la scuola di giornalismo di Montpellier, è stato un faro nella notte, una bussola per i giovani desiderosi di credere in un mondo migliore.
La France insoumise desidera rendergli omaggio. Uomo di pace (con coloro contro cui non ha fatto la guerra), uomo di convinzioni (convinzioni islamiste, certo, ma l’islamista, quando viene punto, non sanguina?) e difensore del pluralismo (capace di dialogare sia con sciiti che con milizie sunnite), non ha mai smesso di lavorare per ideali più grandi di lui.
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Spinti da un sano odio per l’islamofobia, l’entità sionista, il pensionamento a 64 anni, il capitalismo e le strutture liberali…
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