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Parole per cercare di risolvere una crisi di cui non si parla abbastanza

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È un conflitto che continua e per il quale non sembra esserci una soluzione. La Repubblica Democratica del Congo è afflitta da conflitti tra gruppi armati. Oggi ne esistono più di 120. I conflitti sono particolarmente violenti nella parte orientale del paese, vicino al confine con il Ruanda. Le ragioni di questa crisi sono molteplici e complesse e a pagarne il prezzo più pesante è proprio la popolazione congolese.

Una crisi ancora troppo invisibile

Per cercare di trovare soluzioni a questi problemi, il mondo accademico congolese pensa, analizza, riflette, propone. Nel settembre 2023, sotto gli auspici dell’Università ufficiale di Bukavu (UOB), si è svolta una conferenza che ha riunito numerosi esperti sulla questione. È stato fondato dal dottor Pierre Maurer, originariamente Bruntrutain, ora con sede a Kinshasa. Da questa conferenza è nato un libro, “Gruppi armati e sviluppo nella Repubblica Democratica del Congo: dinamiche, problemi e prospettive”. Raccoglie gli interventi del convegno, fa il punto della situazione e suggerisce strade per il futuro. Il libro si concentra in particolare sui vari programmi di smobilitazione e reinserimento messi in atto dalle autorità, ma che non hanno dato frutti. “La nostra idea era quella di fare una fotografia della situazione settore per settore, per poter confrontare e vedere se le cose migliorano o peggiorano, ma anche per parlare di una crisi molto grave che colpisce milioni di persone e di cui non parliamo mai”, spiega Pierre Maurer.

Questa relativa invisibilità si spiega in particolare con il fatto che all’interno della stessa RDC la questione della violenza e dei gruppi armati non è al centro del dibattito. “Da un punto di vista nazionale riscontriamo già poco interesse, questo è ciò che fa esistere il conflitto, ma all’esterno non ne parliamo troppo”, spiega Marie-José Kumutima, responsabile del programma FES Congo (Friedrich-Ebert -Stiftung). Forse gli accademici possono avere successo laddove la politica ha fallito. »

La soluzione deve arrivare innanzitutto dall’interno del Paese

La RDC è tormentata dalla violenza da decenni. Se l’ONU e le principali ONG attive nel paese chiedono una più forte mobilitazione della comunità internazionale, è dall’interno del paese che la soluzione deve arrivare, secondo Marie-José Kumutima. “Quando parliamo di questi gruppi armati, si tratta di congolesi. A volte sono separati da una strada o da un campo, ma combattono. Credo che per trovare una soluzione a questo conflitto, debbano imparare a convivere. Una soluzione duratura verrà innanzitutto dall’interno, perché è all’interno che non funziona. »

Il lavoro di Pierre Maurer rientra in questo approccio. Persegue il duplice obiettivo di sensibilizzare sia nella RDC, ma anche all’estero. Un libro che è una constatazione, ma anche uno strumento, come ricorda l’autore della prefazione all’opera Denis Mukwege, premio Nobel per la pace nel 2018, che invita a un approccio centrato sulla comunità piuttosto che sull’individuo, mentre ammettendo che cambiare la situazione nella RDC richiederà “uno sforzo difficile e a lungo termine. » /tna

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