È quindi in questa data, già rinviata più volte, che Donald Trump conoscerà in linea di principio la sua condanna, anche se il miliardario repubblicano rieletto il 5 novembre non andrà in prigione a priori.
L’ennesimo tentativo degli avvocati
“L’appello del colpevole di sospendere il procedimento è respinto, compresa la sentenza prevista per il 10 gennaio”, ha scritto il giudice Juan Merchan, che ha presieduto il processo Stormy Daniels la primavera scorsa, in un’ordinanza resa pubblica lunedì sera.
Nella loro argomentazione, gli avvocati di Donald Trump avevano ordinato al magistrato di “annullare l’udienza di condanna prevista per il 10 gennaio 2025 e (di) sospendere tutte le scadenze in questo caso fino a quando i fondati ricorsi all’immunità del presidente Trump non saranno stati completamente e definitivamente esauriti, e che il caso alla fine viene abbandonato.
Questi due avvocati di New York, Todd Blanche ed Emil Bove, sono anche indicati dal presidente eletto come i prossimi numeri due e tre del Dipartimento di Giustizia nell’amministrazione Trump 2.
Per facilitare la decisione del giudice Merchan, il capo della procura di Manhattan, il pubblico ministero Alvin Bragg, che ha indagato sull’intero caso, ha chiesto lunedì che “la corte respinga la richiesta del colpevole e pronunci la sentenza come previsto il 10 gennaio”.
Impossibile ribaltare questo verdetto storico
Dopo sei settimane di processo in piena campagna elettorale, in un clima elettrico, Donald Trump è diventato il 30 maggio il primo ex presidente americano (2017-2021) ad essere condannato penalmente. La giuria popolare del tribunale di Manhattan lo ha ritenuto colpevole di 34 capi di imputazione per pagamenti nascosti di 130.000 dollari a una porno star, Stormy Daniels, vero nome Stephanie Clifford, effettuati poco prima delle elezioni presidenziali di novembre. 2016. Ad accusare il miliardario non sono assegni volti a nascondere una presunta relazione sessuale, ma “falsificazione contabile aggravata per occultare un complotto volto a deturpare le elezioni del 2016”, secondo i giudici.
Donald Trump e il suo entourage hanno più volte denunciato una “masquerade”, una “caccia alle streghe” orchestrata secondo loro dal sistema giudiziario di New York e dall’amministrazione democratica del presidente Joe Biden.
Già a dicembre Donald Trump non era riuscito a ribaltare questo storico verdetto di colpevolezza, invocando la sua immunità presidenziale, un principio costituzionale che la Corte Suprema degli Stati Uniti aveva ampiamente ampliato il 1° luglio, a vantaggio dell’ex e futuro presidente. .