“Il comportamento degli elettori il cui candidato è stato eliminato dopo il primo turno resta molto incerto”

“Il comportamento degli elettori il cui candidato è stato eliminato dopo il primo turno resta molto incerto”
“Il comportamento degli elettori il cui candidato è stato eliminato dopo il primo turno resta molto incerto”
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Ll Raggruppamento Nazionale (RN) è sull’orlo del potere, dopo un’elezione segnata da una massiccia rimobilitazione degli elettori. Non si era mai votato così tanto per le elezioni legislative dal 1997: si sono recati alle urne 32,9 milioni di cittadini, ovvero il 66,7% degli iscritti quando, per vent’anni, meno di un cittadino su due ha partecipato alla scelta del proprio vice.

Il primo effetto della rinnovata partecipazione è stata l’elezione, al primo turno, di 76 deputati, rispetto ai soli 5 del 2022 e ai 4 del 2017. Simboli della dinamica portata da una campagna fulminante, queste vittorie immediate mostrano la forza delle speranze improvvisamente posti nell’imminenza di un’alternanza politica da elettori i cui progetti sociali sono in conflitto. Dedicano così 38 deputati della RN e 32 deputati del Nuovo Fronte Popolare (NFP), eletti dal 30 giugno in territori, alcuni dei quali tuttavia registrano regolarmente record di astensione. Massiccia, la mobilitazione è stata quindi anche meno segnata del solito dalle disuguaglianze socio-demografiche nella partecipazione elettorale.

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Per essere significativa della ricomposizione del panorama politico attualmente in atto, la capacità di RN e PFN di agire come una roccaforte non deve, tuttavia, creare un’illusione sull’esito delle elezioni. In 307 collegi elettorali, l’elevata partecipazione ha favorito i tre schieramenti politici, consentendo a ciascuno di mantenere il proprio candidato al secondo turno. Senza un ritiro inteso a fungere da barriera, questi territori dove il secondo turno avrebbe tutte le possibilità di somigliare al primo in termini di equilibrio di potere vedrebbero, nella maggior parte dei casi, vincere la RN. Beneficerebbe in media di oltre 4 punti di vantaggio sulla sinistra e di molto di più sui candidati dell’Ensemble. Il metodo di voto farebbe quindi sì che nell’Assemblea la maggioranza degli elettori di sinistra e di centro sarebbe ora rappresentata da un deputato di estrema destra.

Drastico calo dei triangolari

Se nonostante ciò l’esito della votazione rimane ancora oggi molto incerto, è da un lato perché il numero dei triangolari è diminuito drasticamente a causa dei ritiri. Anche perché il comportamento degli elettori il cui candidato è stato eliminato alla fine del primo turno o che si è ritirato resta molto incerto. In ogni caso, tuttavia, sarà il trasferimento dei voti dall’NFP all’Ensemble e dall’Ensemble all’NFP a causare o meno lo spostamento del Parlamento.

Interrogati il ​​giorno prima del 30 giugno dall’istituto Cluster 17 su quale potrebbe essere il loro comportamento al ballottaggio nel caso in cui il loro candidato non fosse più presente, circa 6 elettori su 10 della maggioranza presidenziale hanno previsto di astenersi, 3 di votare a favore della PFN e 1 a favore della RN. Abbastanza simmetricamente, più di 5 elettori PFN su 10 hanno considerato di non scegliere tra un candidato RN e un candidato Ensemble in un secondo turno senza un candidato del proprio campo, rispetto a 4 che si sono dichiarati pronti ad attivare la logica del blocco repubblicano. Dobbiamo essere consapevoli del numero degli elettori interessati: gli astenuti attualmente assenti sul fronte repubblicano rappresentano quasi un quarto degli elettori.

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