A Gerusalemme Est, un numero record di case distrutte per cacciare i residenti palestinesi

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Le forze israeliane demoliscono case presumibilmente “non autorizzate” nel quartiere Silwan di Gerusalemme Est il 13 novembre 2024. MOSTAFA ALKHAROUF / ANADOLU VIA AFP

Nella loro grande gabbia, contro la parete di fondo, i parrocchetti saltano da un trespolo all'altro e chiacchierano con entusiasmo. Al centro della piccola corte in cemento, i limoni offrono la loro ombra ed i loro frutti. A Otayba Odeh, nel quartiere Silwan di Gerusalemme Est, la pace è minacciata. Come testimoniato da questo, a un centinaio di metri da questo rifugio, un groviglio di elementi in muratura, barre di cemento contorte, mobili e oggetti frantumati. Il caos polveroso è ciò che resta del centro comunitario Al-Bustan, dal nome di questo quartiere secondario di Silwan, di cui il signor Odeh era responsabile. Le autorità israeliane, che gestiscono questa parte occupata e annessa della città, l'hanno distrutta il 13 novembre, giudicando la sua costruzione “illegale”.

L'associazione Al-Bustan era l'unica nel suo genere a Silwan, un quartiere privo di spazi pubblici per i suoi circa 30.000 residenti palestinesi. Ciò non ha rallentato gli operai della demolizione. Accanto alla montagna di macerie, il signor Odeh ha già ripreso le attività all'aperto del centro: scouting, taekwondo, danza tradizionale o assistenza psicologica. “Non dobbiamo arrenderci, non dobbiamo arrenderci nemmeno per un momento”ha detto.

Tornato a casa finge di divertirsi a contare: “Siamo una famiglia di ventuno persone che vive in tre case, in tre diversi quartieri di Silwan. Siamo oggetto di tre procedimenti – distruzione o espulsione – in tre diversi tribunali. Assorbe tutto il nostro denaro, tutto il nostro tempo, tutta la nostra energia, tutta la nostra vita. » Suo padre spinge il cancello e si dirige verso casa propria. Il signor Odeh lo informa: “Domani saremo nuovamente convocati in tribunale. » Il vecchio annuisce. Suo figlio lo guarda partire con tristezza: “Ha lavorato per quarantotto anni come autista di autobus e non ha mai avuto il minimo problema, il minimo incidente. E lì, in fin di vita, vogliono gettarlo in strada, portandogli via l'unica cosa che possiede: la sua casa. »

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Creato nel 2012, il centro comunitario è stato sostenuto dal governo francese e da ventuno enti locali. Erano stati stabiliti collegamenti tra le città francesi e gli abitanti di Silwan, mezzo milione di euro era stato sborsato, negli anni, per sostenere la struttura in cui un migliaio di giovani di questo quartiere palestinese venivano a divertirsi, ad allenarsi in diversi sport, a incontrarsi l'un l'altro. Il finanziamento è stato prezioso, forse inferiore, però, al sostegno così dimostrato al centro e ai residenti minacciati dall’ordine di distruggere le loro case.

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