Ora che ci penso, è comunque noioso e un po’ caro.
Cosa faremo nei giorni di pioggia, con lo zaino in testa, correndo per cercare rifugio e cadendo su un orgoglioso tornello, rompendoci gli stinchi per mancanza di portafoglio? E nelle giornate azzurre, cercare il fresco sotto le volte gotiche per guardare il sole innamorarsi delle vetrate? E le mattine di gioia o di tristezza, piene di disperazione o piene di felicità alla ricerca di una candela da accendere, per un sì o per un no? Cosa diremo ai sedici buoi che da secoli regnano incontrastati sulle torri della cattedrale di Laon? Che devono pagare copertura e promontorio? Ai cherubini, ai doccioni, ai diavoli di pietra, ai santi e ai beati, ai delfini, ai pellicani, ai cervi, ai cervi, alle piante e alle colombe che proliferano a migliaia sui fregi, sui timpani, sulle volte, sui frontoni e sulle colonne? E’ ora di mostrare il tuo biglietto?
Possiamo immaginare a Chartres di far pagare Charles Péguy?tutto polveroso, tutto fangoso, la pioggia tra i denti”pellegrino di Beauce di cui ha percorso i sentieri, ed è arrivato questa sera, davanti alla cattedrale, questo “riposo infinito per l’anima solitaria” ?
Certo, dirà Dati, questo biglietto vale solo per il turista, il passeggino, il passeggiatore parigino. No per i fedeli, cattolici e credenti. E allora? Con quale diritto? Quale sarà il questionario? Quali saranno i criteri? Si sarebbe rifiutato l’ingresso a Saint-Gatien de Tours a Balzac, lui che spalancava le porte, stanco, vagabondo, completamente al suo ritmo?futuro incerto” e al suo”speranze cadute” ? E nel 1913, avremmo rimborsato Paul Claudel che assisteva ai vespri “non avere niente di meglio da fare”“in mezzo alla folla, vicino al secondo pilastro”prima di essere voltato, toccato nel cuore dalla conversione? E al povero, al migrante, alla giovane e all’anziano che cercano uno scambio, una preghiera, un silenzio o una manciata di bellezza? Che la cattedrale non è destinata a loro? Che sia un museo come gli altri? A cui sono riservati i suoi turbinii d’incenso e il sedimento delle sue preghiere happyfew chi ha messo mano al portafoglio? Cosa c’è di più bello, però, delle sue porte spalancate, della sua gratuità ribelle e delle sue folle colorate?
Certamente in Spagna, Italia, Germania e anche qui in Belgio i vescovati hanno pagato, in tutto o in parte, l’accesso ad alcuni luoghi di culto. Che tristezza, un po’ borghese. Ciò non meriterebbe un po’ di disobbedienza e un candelotto di dinamite? Perché né ai cattolici, né ai culturali, né agli abati, né ai ricchi, né allo Stato: le cattedrali non appartengono a nessuno, se non alla Speranza che non si commercia.