L’indice della qualità dell’aria a Lahore, la seconda città del Pakistan soffocata dall’inquinamento, è sceso domenica sotto la soglia considerata “pericolosa” per l’uomo, per la prima volta in due settimane.
L’indice AQI è salito in media nel corso della giornata a 243. Tuttavia, secondo questo indice, l’aria è considerata “cattiva” da 180 e “pericolosa” per gli esseri umani sopra i 300.
Il 4 novembre questo indice era pari a 289 nella città indiana di confine di 14 milioni di abitanti e dieci giorni dopo ha raggiunto il picco storico a 1110.
Domenica, con un indice pari a 243, la concentrazione di microparticelle inquinanti PM2,5 nell’aria della capitale del Punjab era ancora più di dieci volte quella ritenuta accettabile dall’Organizzazione mondiale della sanità (OMS).
Il Punjab, dove vive più della metà dei 240 milioni di pakistani, ha già annunciato che chiuderà le scuole nelle principali città fino al 24 novembre.
Ha inoltre vietato tutte le attività sportive all’aperto nelle scuole fino a gennaio, vietato i tuk-touk inquinanti, i barbecue e i cantieri edili nel centro di Lahore, chiuso gli spazi pubblici e distribuito migliaia di multe alle fabbriche inquinanti.
Tutte queste misure dovrebbero combattere lo smog, una miscela di nebbia ed emissioni inquinanti causate dai fumi diesel di fascia bassa, dai fumi derivanti dagli incendi agricoli stagionali e dal freddo invernale.
Secondo l’OMS, l’esposizione prolungata a questo smog può causare ictus, malattie cardiache, cancro ai polmoni e malattie respiratorie. In particolare tra i bambini, secondo l’Unicef, quasi 600 milioni dei quali sono esposti ad un elevato inquinamento nell’Asia meridionale.
Secondo uno studio dell’Università americana di Chicago, l’elevato inquinamento ha già ridotto di 7,5 anni l’aspettativa di vita a Lahore.