Virilità | La stampa

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Sul bordo dell’acqua, resa pesante dal primo freddo, oche e anatre guadano ancora tra gli ontani. I passanti a volte si fermano a guardarli, spesso commentando: “Dai, possono partire quando vogliono, gli altri, potete dirmi perché non sono ancora arrivati ​​in Messico! Eille, ti dico che me ne sarei andato molto tempo fa! ” A volte ci rivolgiamo direttamente alle teste di smeraldo dei germani reali: “Di’ a tua moglie che è ora di partire! »


Inserito alle 5:45

Sono noti per trascorrere la vita in coppia, questi bellissimi uccelli, ci è sempre stato detto: le anatre si amano per tutta la vita. Lo possiamo notare facilmente, inoltre, arrivano quasi sempre in coppia, non importa il periodo dell’anno, e la vista di un’anatra solitaria ha sempre qualcosa di un po’ triste, ci chiediamo dove sia la sua altra metà, se non è successo qualcosa a lui. Si presume che non sia per scelta che un’anitra selvatica opta per il celibato.

Una volta ci è stato detto che a volte scelgono partner dello stesso sesso, informazione che non ho mai verificato, ma che serviva al nostro scopo: era la prova che la natura a volte preferisce l’amore alla riproduzione e che le convenzioni, i tabù e l’intolleranza sono invenzioni molto umane.

Proprio come l’idea di virilità, di cui abbiamo parlato tanto questa settimana e che, credo, non è mai stata messa in discussione sulle rive dei nostri fiumi o nelle nostre foreste.

Com’è possibile che tra tutte le bestie, gli esseri umani siano gli unici ad avere un bisogno così doloroso di definire sempre se stessi?

Pertanto, l’emergere di influencer mascolinisti sul fronte della nostra piccola scena mediatica ha provocato grandi dibattiti negli ultimi giorni. Dovremmo, non dovremmo, e soprattutto: perché? Non ci è voluto molto perché buona parte della telecronaca saltasse nell’arena e ci ricordasse che se è certamente un male essere misogini e sessisti, non c’è da stupirsi che la nostra epoca svaluti la virilità ne abbia dato un po’ alla gente il desiderio di gonfiare il petto tatuato e pieno di steroidi.

In sostanza: esagerano, ma bisogna capirli.

Mettono molti lati negativi, questi commentatori, denunciano l’odio e sottolineano il loro rispetto per l’emancipazione della donna, in fondo hanno fiducia nella loro virilità, non hanno bisogno di proclamarla su piattaforme infuocate e possono accontentarsi di lasciarla trasparire nelle loro parole misurate.

Ma li sentiamo paralizzati dalla nostalgia per un’era semiimmaginata, coraggiosi cavalieri che sfilano nelle loro scintillanti armature, esibendo croci sui loro pettorali e offrendo a queste donne mazzi di biancospino dalla punta delle loro lance. In questo passato liscio e idealizzato, torneranno dalla caccia, esausti, con le cosce rigide per aver cavalcato troppo dietro una volpe terrorizzata e debitamente sollevati da uno dei loro servi, mangeranno carne rossa, scriveranno sonetti intrisi di un sentimentalismo primario e facendo amore per le donne il cui beato consenso è acquisito per sempre.

Mio Dio, come sono buoni, godono dei frutti della terra e del loro corpo e la loro anima è in pace, il loro cuore fiducioso e rassicurato: sono giusti e buoni, la loro clemenza è infinita e ogni loro gesto è legittimato. Soprattutto sono al loro posto.

È un luogo del tutto arbitrario, ovviamente, abilmente mantenuto da secoli di grandi braccia e facilità di dominio: se questi uomini volessero davvero essere leoni, lascerebbero il branco non appena i loro testicoli scendessero e smetterebbero immediatamente di pretendere di essere fornitori.

C’è però chi ci parla di questo luogo come di un diritto acquisito, di uno spazio che vorremmo ampliare (siamo galanti, del resto), ma che sarebbe pericoloso abolire, guardate cosa succede quando ci sentiamo invasi nella nostra territorio, e capisci che non siamo noi quelli che dovresti incolpare se i maschi accesi di rabbia vengono osannati, ma tu.

Si rendono conto, questi bravi pensatori, che si agitano e si ribellano per difendere privilegi che non vengono in alcun modo minacciati, ma solo segnalati? Sono consapevoli che è ancora il loro popolo, maggioritario e libero di esercitare i propri diritti e di far sentire la propria voce, ad aver eletto la settimana scorsa una caricatura di tutto ciò che difendono? Ricordano, quando deplorano gli attacchi incessanti all’identità che gli è dovuta, che nel mondo intero è il loro popolo a imporre le loro leggi e la loro buona volontà?

Naturalmente lo sanno.

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