Con “Abdoul’s Odyssey”, Audrey Millet racconta la storia della moda e del traffico di esseri umani – rts.ch

Con “Abdoul’s Odyssey”, Audrey Millet racconta la storia della moda e del traffico di esseri umani – rts.ch
Con “Abdoul’s Odyssey”, Audrey Millet racconta la storia della moda e del traffico di esseri umani – rts.ch
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La storica della moda Audrey Millet pubblica “L’odissea di Abdoul – Indagine sulla criminalità organizzata”. Un saggio investigativo vicino al romanzo che segue il viaggio di Abdoul, un sarto ivoriano preda delle mafie italiana, nigeriana e cinese. Una storia di tratta di esseri umani tanto quanto di moda e couture.

Audrey Millet è una storica della moda che studia i legami tra “made in Italy” e criminalità organizzata. È in particolare autrice di “Black Book of Fashion” (2021) e “Woke Washing Capitalism, consumerism, opportunism” (2023). Il suo ultimo libro, “L’odissea di Abdoul – Indagine sulla criminalità organizzata” ripercorre il viaggio di Abdoul, incontrato nel 2022 davanti a un negozio di moda “made in China” a Prato, Italia.

“Quando ho incontrato Abdoul, mi ha detto: ‘Sono un sarto per questo o quel marchio’. Lui era in una situazione legale, e io sono uno storico dell’abbigliamento. Gli ho chiesto se voleva raccontarmi qualcosa di l’industria della moda e i suoi lati negativi, quelli positivi non mi interessano davvero”, afferma Audrey Millet alla sfilata Vertigo del 7 novembre.

Una rete di traffico di esseri umani

Prima di raccontarle il dietro le quinte del settore della moda, Abdoul vuole chiarire ad Audrey Millet che non avrebbe mai voluto venire in Italia. Abdoul è ivoriano. Fa il sarto e inconsapevolmente ha intrapreso la strada della schiavitù nel 2015. Sfruttato in Burkina Faso poi in Niger, si è ritrovato in un campo di lavoro libico dove si soffriva la fame, la tortura e la prostituzione. Gettato mezzo morto su una barca in rotta verso l’Italia, è infine arrivato a Prato, città tessile preda delle mafie italiana, nigeriana e cinese.

“A poco a poco, mentre mi raccontava tutte le tappe del suo viaggio, ho cercato di mettermi nel suo zaino, in tutti i paesi che ha attraversato, sulla barca nel Mediterraneo, e di analizzare, di guardare con uno sguardo sociologico e metodo storico, che all’epoca non capì, vale a dire che era coinvolto in reti di traffico di esseri umani”, indica lo storico.

Una storia di moda e couture

La copertina del libro “L’odissea d’Abdoul – Investigazione sulla criminalità organizzata” di Audrey Millet. [Les Peregrines Eds]

Abdoul ha impiegato un anno prima di accettare di entrare nei dettagli della sua storia per consegnarli a Audrey Millet. Un anno anche per ritrovare la memoria, cancellata dal trauma. Nonostante l’intensità della storia raccontata da Abdoul, si tratta davvero di un’indagine che Audrey Millet firma: “Ho provato a scriverlo come un romanzo, non avevo davvero scelta, la vita di Abdoul è così romantica”.

Attraverso il racconto di Abdoul, Audrey Millet analizza le reti globali di traffici – di armi, droga, organi, esseri umani – in cui tanti migranti si ritrovano intrappolati. Fornisce un salutare saggio investigativo. “Ho la speranza che l’umanità ritorni al suo posto e che smettiamo di essere ossessionati dalle nostre piccole comodità, dalla nostra sciarpa, dai nostri vestiti nuovi perché è anche una storia di moda e di cucito”, conclude.

Commenti raccolti da Michel Ndeze

Adattamento web: ld

Audrey Millet, “L’odissea di Abdoul – Indagine sulla criminalità organizzata”, Les Pérégrines, agosto 2024.

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